Vertenza Fos, c’è uno spiraglio

[di Stefania Battista]

Un cauto ottimismo. Potremmo definire così lo stato d’animo dei lavoratori della Fos, dopo l’incontro di martedì 14 al Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit). Si sono recati a Roma in 250 su 300 dipendenti, per far sentire la propria voce. Ma è stata ricevuta, ovviamente, solo la delegazione sindacale che ha ottenuto l’incontro grazie all’intercessione del senatore Antonio Iannone. Presenti le segreterie nazionali e locali di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl, le RSU Mario Balzano, Domenico Zottoli, Alessandro Siani, Gennaro Vertucci, Giuseppe Ferrara e Sabatino Ceruso. Presenti i membri del CAE Giovanni Clematide e Casimiro Verriola. Li ha accompagnati, ma non è stata ricevuta, la sindaca Cecilia Francese. Il Mimit ha affidato alla Agcom la valutazione delle “prescrizioni tecniche” che dovranno essere trasmesse ad Infratel, gestore degli appalti in Italia per la fibra ottica. Il Governo aveva inserito già nel decreto Ilva norme a protezione della fibra ottica prodotta in Italia, così come hanno già fatto Francia e Spagna. Ma affinché Prysmian FOS torni a produrre fibra ottica occorreranno investimenti. Il problema principale è che la multinazionale sembra legata ad un contratto per la fornitura di energia elettrica che fa aumentare a dismisura i costi. Perché allora non rimettere in funzione il proprio trigeneratore o ricorrere a fonti alternative? Unanime la perplessità dei sindacati: vorrà l’azienda tornare ad investire su Battipaglia e produrre fibra? 

Intanto le voci di una possibile acquisizione dello stabilimento corrono. Il vero problema sono i costi di produzione. Il Ministero ha infatti assicurato che sarebbe disponibile ad eventuali aiuti di Stato, purché accompagnati da un piano industriale congruo da parte della multinazionale. Il 23 novembre è previsto un nuovo tavolo tecnico al Mimit.

18 novembre 2023 – © riproduzione riservata

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