Piano urbanistico comunale: ricomincio da tre

[di Stefania Battista]

«Un modo tranquillo e sereno di ragionare e dialogare con la città». Ha detto la sindaca Cecilia Francese riferendosi alla revoca del Piano urbanistico comunale. Aveva già affermato che si trattava di una proposta e che quindi si sarebbe potuta “stravolgere”, utilizzando un termine così forte da far dubitare che la stessa Amministrazione fosse convinta della bontà del Puc. Tanto che era giunto l’incarico a Nicola Vitolo, architetto e urbanista di lungo corso. Poi le osservazioni, numerose, troppe (oltre 160) e quindi i ricorsi che, per la massima parte vertevano sulla legittimità dell’adozione in Giunta visto lo Statuto comunale ancora vigente. La revoca eviterà la discussione al Tar che avrebbe visto probabilmente il Comune soccombere ma, come ha aggiunto l’assessore Egidio Mirra, «Avremmo potuto revocarlo e riadottarlo in Giunta, ora che lo Statuto è stato modificato. Invece abbiamo inteso riprendere l’iter per aprire alla consultazione della città che, anche a causa del covid, è stata limitata». Un mese di riflessione, dunque, che riporta il Piano urbanistico ai nastri di partenza. Non proprio, dice l’Amministrazione per bocca della sindaca: «Ci sono da rivedere alcuni comparti, ma partiamo da un buon lavoro». 

Gli scenari
Lo strumento tornerà sul tavolo di Mate (il team di professionisti che lo ha redatto) con il fardello delle osservazioni che, è da notare, non provengono solo da imprese e cittadini, ma persino dagli stessi uffici comunali, ingegnere capo in testa. Il mancato aggiornamento delle tavole, il piano di zonizzazione acustica “copiato e incollato” da quello del comune di Cervinara, la “fetta” di città sparita nella sovrapposizione della cartografia, la presenza in pianta di edifici ormai demoliti e l’assenza di alcuni costruiti di recente, hanno indotto a riflettere sulla necessità di una “ripartenza”. Tutti “errori veniali”? Secondo la minoranza consiliare, che ha combattuto a lungo per riaprire la discussione sul Piano, le carenze e gli errori avrebbero inciso in modo pesante sul risultato finale disegnando una città che non avrebbe in tal modo posto rimedio alla cementificazione selvaggia degli anni ’60 e ’70. Dopo mezzo secolo d’inerzia è certamente difficile ridisegnare una città che negli anni è cresciuta in maniera disordinata e, praticamente, senza regole certe. Nessuno può negare che gli spazi collettivi a Battipaglia manchino, come i polmoni verdi, e che la mobilità urbana sia congestionata. Traffico e mancanza di parcheggi. Tutti problemi che solo un nuovo Puc potrà risolvere. 

Intanto la revoca apre nuovi scenari: decadono le norme di salvaguardia e si riapre alla possibilità dei famosi “7 bis”. Riaprire alla consultazione pubblica con gli stakeholders potrebbe anche voler dire che nuove colate di cemento attendono la città, mentre si ricomincia la discussione. Ma questo è lo scenario peggiore. Sarà in grado la Mate, cui secondo Francese e Mirra non spetta ulteriore compenso per rivedere il Puc, di giungere ad un piano che accontenti le diverse istanze cittadine? E quanto sul nuovo Piano potrà incidere l’architetto Vitolo?

«Tutto il quadro conoscitivo c’è già – ha detto Nicola Vitolo – C’è una grande volontà di apertura alla città. Significa acquisire i fabbisogni di tutti. Ci sarà una regolare manifestazione d’interesse, gli incontri nei quartieri. Sarà migliorata tutta la città “pubblica” già presente nel precedente piano. Ci sarà la città dei 15 minuti, quella della mobilità sostenibile, il lungo fiume attrezzato e la fascia costiera. Nel Puad della Regione non si tiene conto del Masterplan né della redazione in corso dei Puc di diversi comuni, quindi dovremo presentare osservazioni al Puad della fascia costiera».

L’allarme
Ma a far riflettere, più di tutto, è stata la dichiarazione, a margine dell’incontro a Palazzo di città, dell’ingegnere Carmine Salerno: «Con gli interessi che ci sono, mettere mano al Puc come funzionari vorrebbe dire decretare la morte dell’Ufficio tecnico. E nessuno finga di non saperlo».  

Di qui il commento di Civica Mente: «Affermazioni gravi quelle del dirigente. Noi non abbiamo mai finto di non saperlo e gli rivolgiamo un invito: per ogni indebita pressione esiste la Procura della Repubblica, abbiate fiducia nella magistratura». 

Una perdita di tempo a fini politici? Una marcia indietro dovuta alla necessità di ristabilire nuovi equilibri? Che fosse stato il consigliere Salvatore Anzalone il primo ad annunciare che il Puc sarebbe stato revocato e si sarebbe riaperta la consultazione diviene, a questo punto, un nuovo elemento di riflessione.  

11 febbraio 2023 – © riproduzione riservata

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