La dura legge dell’ex

[di Francesco Bonito]

Prima-250Zara, Liguori, Barlotti e Santomauro; la copertina è dedicata agli ultimi quattro sindaci, gli unici eletti direttamente dai cittadini. Un tributo ai predecessori del futuro primo cittadino battipagliese, ma anche un’immagine che evoca la fine di un ciclo, la conclusione di una stagione, sicuramente per la città e probabilmente per i quattro ex sindaci. Le anticipazioni circa le candidature (leggete il dettagliato articolo di Carmine Landi a pagina 3) confermano che nessuno dei quattro “ex” sarà candidato sindaco: Barlotti non ci pensa nemmeno; Zara appoggerà la Francese senza nemmeno candidarsi al consiglio comunale; Liguori sarà forse in lizza come consigliere ma non si sa ancora se con Lanaro o con Motta; Santomauro è stato dichiarato incandidabile da un Tribunale. Guardando indietro al ventennio che li ha visti protagonisti, i quattro “ex”, ma sarebbe meglio dire i tre – considerando la sindacatura Barlotti un breve interregno – sono stati gli uomini più influenti nella vita politica e amministrativa battipagliese. Senza intervalli, per più di vent’anni, Zara, Liguori e Santomauro, con diversi incarichi, con alterne fortune, da amici o da acerrimi rivali, in maggioranza o all’opposizione, hanno governato la città. Battipaglia deve qualcosa a questi “predecessori”, e loro devono molto a Battipaglia. Qui hanno costruito una lunga carriera politica, qui hanno conquistato consensi, governato e gestito; hanno scelto, hanno dato un indirizzo allo sviluppo della città, hanno promosso sul campo delfini, bracci destri, dirigenti e lacchè, hanno premiato e punito, hanno stretto patti tra loro e li hanno violati, hanno tradito e sono stati traditi. Dell’operato di Fernando, Alfredino e Giannino resta tanto, nel bene e nel male: la discutibile piazza, il lussuoso municipio, la prodiga Alba Nuova, gli assessori interinali, la De Amicis chiusa per anni, il puzzolente cdr, il mare sempre meno blu, l’onta dello scioglimento per camorra, qualche credito e tanti debiti. Una storia lunga più di vent’anni, una stagione che li ha visti sull’altare o nella polvere, ma sempre protagonisti.
Ora, per la prima volta, a fine giugno 2016, il sindaco non sarà uno dei tre nè sarà sotto la tutela di uno dei tre. Un bene o un male? Non tocca a me dare la risposta, né credo sia utile chiederselo. È un fatto. Un ciclo si chiude. Come nello sport, si avvicina il giorno del ritiro, la parabola per alcuni è più dolce e lunga, per altri più ripida. La panchina, la tribuna o, addirittura, la squalifica, sono dure da accettare.
Si dice che il vero campione si veda alla fine della carriera: è vero. Auguro ai tre ex sindaci ancora tante partite vinte, tanti colpi a effetto, tante giocate da fuoriclasse, magari di segnare un clamoroso gol dell’ex; ma anche di lasciare il campo al momento giusto, tra gli applausi.

22 aprile 2016 – © Riproduzione riservata
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