La cittadella della speranza

[di Stefania Battista]

Il grande sogno di don Ezio Miceli, ma anche quello di tante persone in difficoltà, sta per essere realizzato. Un’attesa durata anni, precisamente dal 2016 quando la Commissione Prefettizia guidata da Gerlando Iorio lo affidò a 4 parrocchie cittadine. L’ex materassificio di via Catania, sequestrato alla criminalità organizzata e negli anni diventato luogo frequentato da vagabondi e spacciatori, è oggi un cantiere edile e presto sarà il Polo della Carità. La fine dei lavori è prevista per dicembre 2026, ma secondo don Ezio Miceli, visto il ritmo sostenuto degli ultimi mesi, forse si potrà vedere l’opera completata già la prossima primavera.

Parlavamo di un sogno per il quale si erano ormai perse le speranze. Ma la fede e la determinazione possono scavalcare anche gli ostacoli più impervi. 

«Il problema fin dall’inizio è stato quello di trovare i fondi necessari – spiega don Ezio – E più tempo passava più i lavori da farsi diventavano costosi. A cominciare dalla rimozione dell’amianto. Le parrocchie di Battipaglia affidatarie (S. Maria della Speranza, Sant’Antonio da Padova, San Gregorio VII e Santi Giuseppe e Fortunato) avevano perso la speranza di ottenere il danaro per realizzare il progetto. Anche il tentativo con la Fondazione per il Sud, in cui avevamo sperato, si è poi rivelato un buco nell’acqua. Il Presidente ci aveva promesso 500.000 euro che sarebbero bastati perlomeno a ristrutturare l’esistente. Intanto avevamo lavorato a tutti i documenti necessari. Progetti, calcoli, autorizzazioni… Ma dei soldi neppure l’ombra. Gli altri parroci erano così sfiduciati che avevano pensato di arrendersi. Fu don Paolo che mi disse di fare personalmente altri tentativi. Quindi pensai di poter avvalerci del bonus 110. E daccapo con carte, calcoli e progetti. Un via vai col Comune… e nulla di fatto. Finché si è aperta la possibilità del PNRR».

Ed è stato un successo.
«Altroché. Il primo finanziamento su un bene confiscato, ben 4 milioni di euro. Con abbattimento e ricostruzione. Ho dovuto accompagnare alla richiesta tutte le opere già realizzate e funzionanti per ottenere fiducia e danaro. Ma ora, finalmente, gli operai sono al lavoro. È una grande emozione vedere tirar su gli edifici».

Cosa sarà in concreto il Polo della Carità?
«Ci saranno diversi edifici. Per l’accoglienza, il dormitorio, gli uffici, la medicheria e l’infermeria, la mensa, la lavanderia, il banco alimentare e il deposito. E circa una ventina di appartamenti per accogliere chi è in difficoltà. L’obiettivo fondamentale non è solo la prima accoglienza nel momento del bisogno, ma anche dare una possibilità di inserimento lavorativo a chi non trova opportunità. Anche magari offrendo di svolgere servizi nello stesso Polo».

Insomma una cittadella della speranza di cui Battipaglia ha grande bisogno. Un punto di riferimento per ricominciare, trovare aiuto, rifarsi una vita degna. Mentre pian piano si profila il primo piano della struttura anche chi aveva remore e timori comincia a comprendere la bellezza di un sogno che diventa realtà.  

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