L’odissea dei pendolari

[di Romano Carabotta]

Non tutti hanno la possibilità di utilizzare un mezzo privato per spostarsi in città o in provincia, e allora si è costretti a servirsi dei mezzi di trasporto pubblici. Potrebbe sembrare una soluzione comoda per raggiungere la propria meta, ma conviene davvero utilizzare i mezzi pubblici? Se si dovesse viaggiare da Eboli a Battipaglia, occorrerebbe scegliere tra il treno e l’autobus. Bisogna tener conto dei costi del biglietto: 1,20 euro per viaggiare in pullman o in treno, e 1,60 euro per un biglietto TIC, che consente di utilizzare indifferentemente sia l’autobus che il treno. All’ora di punta, intorno alle 13, il treno più comodo potrebbe essere quello che alle 13:15 parte da Eboli e arriva a Battipaglia intorno alle 13:20. Per quel che riguarda gli autobus pubblici, invece, ce ne sono ufficialmente tre che partono da Eboli in successione alle 13:15, alle 13:20 e alle 13:25. Spesso, tuttavia, i pullman che passano sono solo due. Dovendoci fermare a Battipaglia, lontano dalla stazione, scegliamo comunque l’autobus, che si ferma a via Baratta, a piazza San Francesco e a via Ionio. Sembrerebbe una soluzione molto comoda, ma il viaggio non è semplice. All’ora di punta, infatti, si incappa inevitabilmente in una ressa di studenti: i pullman sono gremiti non solo per quel che riguarda i posti a sedere, ma pure lungo il corridoio centrale, ed è quasi impossibile la libera discesa dei passeggeri i quali, spesso, perdono la propria fermata. Non ci vuole un osservatore attento per accorgersi che i sedili sono molto vecchi, sporchi, imbrattati ed impregnati di sudiciume; i tasti da pigiare per chiamare la propria fermata, in molti casi, sono guasti, e i passeggeri in fondo al mezzo devono urlare a squarciagola per attirare l’attenzione del conducente;  anche finestrini e tendine – spesso assenti – sono imbrattati. Ma chi è causa del suo mal, pianga se stesso: ne è un esempio l’inciviltà dei passeggeri, che spesso non timbrano il biglietto. I controllori, è vero, si vedono di rado. Ma non dovrebbe essere necessaria una severa politica di controllo per mantenere una dignitosa consapevolezza di viver civile.

26 febbraio 2016 – © Riproduzione riservata
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