Covid, i numeri non tornano

[di Stefania Battista]

L’ultimo dato risale al 7 marzo. Ma è parziale. E il trend sembra purtroppo in crescita. Con 276 persone in quarantena e cinque ricoverate che sembrano non corrispondere affatto alla realtà. Giacché l’Asl da quando le scuole erano state riaperte sembra aver letteralmente perso il controllo dei tracciamenti. Così a preoccupare è un altro dato, quello della estrema difficoltà nel ricevere assistenza.
Racconta una donna, L.V., contagiata insieme al marito: «Mio marito ha avuto bisogno dell’ossigeno. Stava molto male, abbiamo chiamato l’Usca di Battipaglia e non erano in grado di intervenire. Così ci hanno rinviato a quella di Eboli. Per fortuna sono venuti. Hanno visitato mio marito e avrebbero dovuto ripetere il controllo. Ma non gli è stato possibile. Mi hanno detto che di ricovero non si parlava. Non c’erano né ambulanze né posti in ospedale. Ci siamo sentiti abbandonati». 
Nulla pare essere mutato rispetto a qualche mese fa, quando i contagi ricominciarono a salire. Anzi. La situazione sembra peggiorata, perché l’arrivo delle varianti, più contagiose e che colpiscono anche i più giovani, sta facendo aumentare la necessità di assistenza. Ma il personale è sempre lo stesso. Intanto la percezione della realtà appare attenuata, la mancanza di dati attendibili fa sì che la popolazione sottovaluti la “zona rossa”. Si circola. Si esce. Solo le saracinesche chiuse sembrano ricordare la gravità della situazione. Ma non per tutti. 
Neppure il dato dei morti in città sembra aggiornato. Erano 22 già una settimana fa. Però altri manifesti che per il testo contenuto richiamano il Covid appaiono sui muri cittadini. Eppure il conteggio resta fermo. Come le istituzioni. Anche i vaccini sono ancora pochi. Così restano solo le distanze. Non per evitare il contagio, ma tra i “Palazzi” e la gente, che sempre più fatica a resistere. 

13 marzo 2021 – © riproduzione riservata

Facebooktwittermail