Zombie a Battipaglia | di Lucio Iaccarino

In un mondo dove il Covid-19 scalfisce convinzioni, suscita emozioni, paure e timori, mi sono trovato a leggere Virus Zombie, romanzo d’esordio di Ettore Spatola, architetto battipagliese che vive a New York. Il libro ha il pregio di non evocare i fatti odierni ma si muove sul piano metaforico, trasponendo l’attuale pandemia in un contagio surreale tra cannibali.
Ho conosciuto Ettore al Camping Maldive di Battipaglia, menzionato nel romanzo sebbene l’arcipelago muti in quello delle Fiji, luogo in cui proteggersi dal male apocalittico che investe i personaggi del libro. “Dallo specchietto retrovisore vidi fiotti di liquido rosso schizzare dal basso verso l’alto (…). A distanza di nemmeno un minuto sia mio fratello che mia sorella fecero l’ingresso con le loro vetture (…). Altri due infetti stavano per entrare nel campeggio”.
Spatola ripercorre con precisione il genere “zombie” secondo lo schema narrativo dell’epidemia che trasforma le vittime in esseri che attaccano i vivi. Ma i colpi di scena sono diluiti in un racconto lento che restituisce al lettore tanto la normalità dell’io narrante quanto il suo stile di vita, portandoci dalla “grande mela” alla litoranea di Battipaglia, in modo naturale, quasi necessario. L’autore riesce a musicare le sue pagine, assegnando ad ogni capitolo una canzone, con una colonna sonora che amplifica le emozioni del lettore.
Spatola fa degli zombi esseri affamati, pericolo incombente al di fuori delle ‘zone sicure’, non rendendoli mai protagonisti assoluti, perché alla base del racconto ci sono valori e sentimenti come amicizia, famiglia e amore. Non mancano scene pulp, come si conviene ad un romanzo di questo genere: “Non riuscì a fermarla. La donna era già tra le braccia di quello che credeva fosse ancora suo marito. Lui la guardò con quei suoi occhi gialli, la bocca gli si aprì in una posizione distorta, l’avvinghiò e la morse con prepotenza nel collo. Gisella gridò di grida che sembravano venirle dal profondo dell’anima. Alfonso la morse ancora, strappandole via la pelle a brandelli. Sembrava assaporarne il gusto, adesso avvinghiato al corpo della donna che stava per esalare il suo ultimo respiro”. 
Sono proprio le ultime pagine a rendere il racconto unico ed insieme sconvolgente. L’autore fa riflettere sui grandi temi della contemporaneità, come quello della natura che riprende spazio sul paesaggio deturpato dall’uomo, e la tecnologia che pare quasi essere sopraffatta dal morbo finendo quasi per essere dimenticata. “Si era tornati a vivere a contatto diretto con la natura, nella quotidianità dei rapporti, delle chiacchierate e dei confronti, quando ce ne fosse stata l’opportunità”.
Uno spunto per una graphic novel o chissà un film, Virus Zombie, in più di una scena ambientato a Battipaglia. Il libro è in vendita in libreria, sul sito armandoeditore.it e sulle varie piattaforme di acquisti online da Amazon a Google.

17 ottobre 2020 – © Riproduzione riservata

Facebooktwittermail