Vite spericolate – S. Giorgio

SGiorgio02La Chiesa d’Oriente lo chiama “il grande martire” e per avere idea della diffusione del culto per questo cavaliere, basti pensare che solo in Italia vi sono ben 21 comuni che portano il suo nome; Georgia è il nome di uno stato americano e di una repubblica caucasica; sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell’Est europeo portarono il suo nome. È patrono dell’Inghilterra, di intere regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria.
La sua figura è avvolta nel mistero, da secoli infatti gli studiosi cercano di stabilire chi veramente egli fosse. Le poche notizie pervenute sono nella “Passio Georgii” che il “Decretum Gelasianum” del 496 classifica tra le opere apocrife (non autentiche). Giorgio era nato in Cappadocia ed era stato educato cristianamente; da adulto divenne tribuno dell’armata dell’imperatore di Persia Daciano. Durante una feroce persecuzione il tribuno Giorgio distribuì i suoi beni ai poveri e, dopo essere stato arrestato, confessò la sua fede in Cristo; fu invitato ad abiurare e al suo rifiuto, come da prassi in quei tempi, fu sottoposto a spettacolari supplizi e poi buttato in carcere. Qui ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre volte la resurrezione.

E a questo punto la fantasia dei suoi agiografi spazia in episodi strabilianti pieni di fascino: vince il mago Atanasio che si converte; viene tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade e risuscita operando conversioni. Promette protezione a chi onorerà le sue reliquie ed infine si lascia decapitare. La leggenda del drago comparve solo molti secoli dopo nel Medioevo.

Come riconoscerlo
S. Giorgio è rappresentato come un giovane cavaliere in armatura, con spada e lancia nell’atto di sconfiggere un drago, a volte è presente anche la principessa salvata, altre volte il suo cavallo. Nelle raffigurazioni più antiche c’è la palma, attributo del martirio. I suoi attributi iconografici sono interpretati spesso in senso simbolico-cristiano: il drago è satana, il bianco destriero simboleggia le doti dell’irreprensibile cavaliere, la principessa è la Chiesa.

Protegge
I militari, gli schermidori, gli arcieri, i cavalieri, gli scout e i mariti. Inoltre è invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa e, particolarmente nei paesi alle pendici del Vesuvio, contro le eruzioni del vulcano.

Curiosità
Il nome Giorgio è di origine greca e significa “colui che lavora la terra”, contadino. Giorgio è uno dei santi più rappresentati dagli artisti: memorabile la tela di Paolo Uccello, custodita alla National Gallery di Londra che, nel 1455, rappresenta la scena dell’uccisione del drago con una vividezza ed una modernità spettacolari. Più classica l’interpretazione di Andrea Mantegna (nella foto) che ci mostra un bel cavaliere chiuso nella sua armatura lucente.

10 aprile 2015 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail