Vita da papà. Sogno di una mattina di mezza estate

[di Simone Rocchi]

Forse è solo uno di quei sogni ad occhi aperti, rinvigoriti dalla nostalgia dell’estate, che a sua volta è rafforzata da una pioggia che mancava, certo, ma che da ormai una settimana non smette di cadere, di bagnare tutto. O, forse, è solo il periodo dell’anno a stimolare l’inconscio, questi giorni in cui i riposi natalizi sono già un ricordo lontano e le ferie estive sono ancora un miraggio.

Fatto sta che, mentre JR è seduto sul seggiolone e, armato di apposito cucchiaino, è impegnato a scarnificare un vasetto di yogurt, io rimango imbambolato a guardare fuori dalla finestra, perso nel ricordo.

Spiaggia, non sono ancora le otto del mattino; il sole è mite e col suo gioco di limbo obliquo riesce finalmente a superare la linea degli ombrelloni, infilandosi sotto la tenda gialla e blu dello stabilimento balneare, raggiungendoci i piedi. 

Stiamo facendo colazione e poterlo fare guardando il mare vale bene una levataccia: anche quando hai dormito poco, anche quando hai dovuto mettere quella sveglia il cui suono, in vacanza, è una coltellata.

Assalto il mio cornetto al pistacchio lasciando correre lo sguardo, ancora un po’ ebete, dal mare a JR (che in pochi secondi è già riuscito a spalmarsi lo yogurt su tutta la faccia) agli occupanti degli altri tavolini. Che arrivano, ordinano caffè e cappuccini, lanciano uno sguardo al giornale e poi se ne vanno in spiaggia.

C’è un ricambio continuo, al quale noi, con i nostri ritmi volutamente lenti, non ci mescoliamo.

Lo stesso paiono fare, un paio di posti più in là, madre e figlia. Di anni cinquanta e venticinque, poco più su o poco più giù, per entrambe; tratti e accento mediterraneo, testa bassa sul tavolino e parole soffiate fuori come in un rosario; non riesco a capire se stiano parlando tra loro, da sole o con l’Altissimo. Che, se interpellato, evidentemente però non risponde, dal momento che nessuno dei Gratta e Vinci abbandonati sul tavolo pare essere quello vincente. Niente vacanza invernale alle Maldive e nemmeno uno di quei vestiti eleganti comparsi proprio ieri, giorno di mercato, nelle eleganti vetrine del Corso. 

Nell’aria c’è grande delusione.

JR intanto ha completato il trucco e ora, felice, benedice col cucchiaino alcune fortunate mattonelle. 

Serve pulire: lui e il circondario. E serve procurarsi delle salviettine, perché da tempo l’umanità ha decretato che i fazzoletti da bar disponibili sui tavolini fossero inutili, per bellezza, come i fiori di cartapesta. 

Quando Mamma Bonnie finisce la pulizia getto un’ultima occhiata alle due: la Figlia è sparita e la Madre legge Cronaca Vera. E JR sogghigna.

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