Vita da papà. La spesa

[di Simone Rocchi]

Sono già diversi mesi che, per la spesa, abbiamo abbandonato il fondo del passeggino in favore del classico carrello in metallo: i piedi di JR penzolano quindi all’infuori lasciando le mani libere di assaltare la magica pistola spara-codici-a-barre; che non solo spara, suona e si illumina ma deve anche avere un sapore inebriante, visto che, tra un bip e l’altro, JR la slinguaccia come io facevo, tanto tempo addietro, con il Calippo al gusto cola.

Alla fine del reparto frutta e verdura sul display di solito risultano ottanta avocadi, otto sacchi di arance e quattro chili di broccoli.

E così, quasi ogni volta, mi tocca accostare in Zona Patate e cancellare un po’ di cose, mentre JR saluta educatamente i passanti, che quasi sempre ricambiano.

Sistemati i conti ripartiamo veloci, perché i pomodorini generano sempre, nel piccoletto, un eccesso di entusiasmo difficile da gestire, e sbirciamo nella zona delle promozioni, una sorta di rettangolo refrigerato nel quale non tutto mi pare proprio a buon mercato. E poi di nuovo via, di fretta, attraverso la corsia dei latticini (qui quello difficile da gestire sono io) dove tira un’aria condizionata quasi siberiana.

Arrivati a questo punto, di solito, JR inizia a spazientirsi: l’armocromia ordinata dei Pesti Tigullio lo tranquillizza, ma dura giusto per qualche secondo, perché davanti al Muro del Grano è palesemente in polemica: forse dipende dall’aver ignorato lo scaffale del cioccolato o magari è solo che la pistolina magica è come un ghiacciolo, e dopo un po’ perde di sapore.

Ad ogni modo segue sempre una volatona lungo il banco dei surgelati, con uno sprint che termina all’altezza delle casse automatizzate.

È qui che, finalmente, mi concedo un grosso sospiro anch’io. E, voltandomi verso sinistra, lascio che lo sguardo raggiunga Il Grande Oltre, il reparto delle patatine, dove tutti i sogni paiono realizzabili e le bilance non esistono.

“Ci sono troppi stimoli qui dentro. Per tutti”, sussurro tra me e me, estraendo il bancomat dal portafoglio con una certa tristezza.

Anche stavolta ho scordato le borse di stoffa e mi tocca prendere quattro o cinque sporte di plastica, che si romperanno subito. 

E anche questa volta accartoccio subito lo scontrino e lo infilo sul fondo della tasca, dimenticandomi che mi servirà tra esattamente tre secondi, per far aprire il tornello elettronico.

Dei bollini omaggio, poi, nemmeno a parlarne: chissà dove sarei, ora, se avessi portato a termine anche solo la metà delle raccolte a premi.

18 novembre 2023 – © riproduzione riservata

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