Villa Battipede e l’autunno verde dei battipagliesi

[di Francesco Bonito]

La foto inserita in questo articolo l’ho scattata a inizio ottobre. La pubblico e la commento solo ora per motivi di opportunità. Se avessi scritto, a una settimana dal voto, che le tre ville comunali di Battipaglia erano tenute molto bene, probabilmente qualcuno mi avrebbe rimproverato di fare propaganda alla candidata sindaca Francese. Per questo motivo ho atteso.
Ho scelto di dirlo oggi anche perché nell’ultimo mese ci sono state due meravigliose iniziative, promosse da associazioni e da meritevoli cittadini: sia le “invasioni botaniche” che la “festa dell’albero” hanno avuto, infatti, una confortante partecipazione – come riportato su questo e sul precedente numero di Nero su Bianco – culminata con la piantumazione di quattro alberi (nei tre giardini pubblici e in piazza Moro). Un segnale forte lanciato dalla nostra comunità e un monito per la nuova amministrazione comunale: i cittadini non sempre sono distratti, sanno cosa vogliono e chiedono di ottenerlo. Così, l’autunno battipagliese si è tinto inaspettatamente di verde.
Torniamo alle ville comunali. Battipaglia ha la fortuna di averne tre, due nel centro cittadino e una al limite della periferia. Tutte agevolmente raggiungibili a piedi e abbastanza ampie. Nel corso degli anni, tra incaute concessioni e incuria del Comune, sono state spesso in condizioni di scandaloso degrado, anche sotto il primo governo Francese. Oggi, vi invito a costatarlo, sono tenute benissimo: villa Battipede (io la chiamo così quella in via Belvedere), grazie anche alla buona volontà e alla dedizione dei custodi, appare finalmente pulita, curata, con le panchine riverniciate e i cestini gettacarte svuotati puntualmente; unico neo il playground di basket, tristemente orfano dei canestri. Anche la villa nel rione Taverna, per molti mesi in condizioni vergognose, si presenta oggi con le aiuole e i vialetti ben tenuti, col campo di calcetto finalmente ripristinato. Stesso discorso per la villa Ezio Longo, in via Domodossola, da anni data in concessione a un privato: pulita, col verde curato, quasi sempre ben frequentata. Quanto durerà questa condizione di sorprendente “normalità”? Dipenderà solo da noi cittadini: se rispetteremo i giardini e controlleremo che vengano mantenuti con diligenza dal Comune, eviteremo che ridiventino luoghi di degrado.
Non posso concludere questa recensione positiva delle tre aree verdi cittadine senza rivolgere un’esortazione al consiglio comunale, alla giunta e, soprattutto, alla commissione consultiva per la toponomastica (quella costituita dagli ex sindaci). Per favore, intitolate le due ville comunali ancora senza nome. Per quella in via Belvedere, la dedica a Carmine Battipede sarebbe appropriata, riconoscente, e anche gradita all’intera comunità battipagliese. Non si finga di non saperlo, non si dica che non si può fare. Poi, se dovessero prevalere ancora le resistenze, le discutibili obiezioni, i tentennamenti, allora invito i battipagliesi a chiamarla comunque col nome di chi la rese luogo di rinascita culturale, costruendo lì la città dei ragazzi.

27 novembre 2021 – © Riproduzione riservata

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