Verso Itaca, concorso “Le voci dell’anima”

Le poesie ospitate in questa pagina sono state scritte da studenti di istituti superiori (età 14-18 anni) della nostra provincia, partecipanti al concorso indetto dal Liceo Enrico Medi di Battipaglia; sono le prime tre classificate nelle due sezioni (biennio e triennio). Altre notizie sono riportate nell’articolo a pagina 7.

Verso Itaca
di Nicole De Maio
Itaca è emozionarsi davanti al tramonto, 
saper essere sensibili. 
Itaca sono i piccoli gesti quotidiani,
i silenzi che valgono più di mille parole.
Sono le passeggiate nel bosco, la capacità di smarrirsi per ritrovare la strada giusta.
Itaca è la capacità di cambiare umore grazie ad un gesto insignificante, 
Itaca è fissare un quadro in un museo e non volergli staccare gli occhi di dosso. 
Itaca è l’amore, ma anche il dolore
Itaca sono gli errori, le perdite, ma anche le vittorie e le rivalse
Itaca è crescere,
Itaca è vivere.

Il sogno di Khadija
di Khadija Toufik
Nel cuore ardente di un Marocco paese,
viveva Khadija, colma di attese.
Con occhi di luce e sogni di stelle,
voleva volare con ali più belle.
Le dicevan tutti: “Resta a cucire,
studiare è un sogno da far svanire”.
Ma lei rispondeva, fiera e cortese:
“ La mente è un fiore che va difeso”.
Sfogliava i libri con dita leggere,
tra mille pagine e notti severe.
Di medicina imparava l’arte,
senza paura, senza una parte.
Varcò la soglia dell’università,
tra chi la guardava con ostilità.
Ma il tempo passava, lei non cedeva,
e con il sapere il mondo apriva.
Dopo fatica sudore e passione,
finalmente giunse alla sua missione.
Col camice bianco e cuore sincero,
curava i malati con animo vero.
Ora la gente la guarda stupita,
non più soltanto una “donna ardita”.
Khadija ha vinto, ha rotto il muro,
e il suo futuro brilla sicuro.

Verso la mia Itaca
di Paolo Rendina Brunone
Non cerco solo un porto,  
ma il vento che mi spinge avanti,  
la strada incerta sul mare,  
il desiderio di arrivare.  
Itaca è lì, lontana,  
ma più che un luogo, è un sogno,  
la scintilla che mi spinge a partire,  
la promessa di un ritorno.  
Ho lasciato certezze e sicurezze,  
rinunciato a vie più facili,  
scelto di affrontare le onde, 
pur di darle un senso.  
E se il viaggio sarà duro,  
se il cielo si farà scuro,  
ogni passo, ogni errore, ogni sforzo  
mi porterà più vicino.  

Se Itaca non fosse
di Georgi Lydmilov Davidkov
E se Itaca non fosse?
Se il viaggio fosse solo un cerchio che stringe?
Se ogni porto fosse un’ombra sfocata?
Se il mare mi portasse ovunque,
ma mai dove dovrei arrivare?
Ho costruito giorni come vele tese,
aspettando un vento che spingesse giusto,
ho contato le stelle per darmi una rotta,
ma ogni notte le trovo diverse.
E se camminassi per sempre,
senza mai scorgere quella riva?
Se Itaca fosse solo un sogno,
che il mare sussurra per farmi avanzare?
Mi stringo nel vento, nel dubbio, nel sale,
eppure non smetto, eppure respiro.
Perché forse non è Itaca che temo di perdere,
ma il me stesso che l’ha immaginata.

Andare
di Roberta Chiara Candelaresi
Là, dove l’orizzonte s’inabissa,
un luogo mi attira, ma non è quiete,
non cerco la pace che il cuore placa,
ma il tormento che sempre più mi spinge.
Ogni passo è pena, ogni respiro è lotta,
eppure il cammino mi chiama e non tace,
un sogno che brucia, una fiamma che scotta,
un desiderio che mai si placa né giace.
Per giungervi, sacrificar voglio il giorno,
l’ombra che cresce, il cuore che vacilla,
non chiedo riposo, né dolce ritorno,
ma la forza di andare, pur nella tempesta che brilla.

La mia Itaca sei tu
di Mattia Monzo
Ti ho trovato tra mille volti,
un’eco lontana di giorni raccolti.
Simili dentro, due fili intrecciati,
anime perse, ora ritrovate.
Con tutti sei quiete, silenzio leggero,
con me sei fiamma, sei cielo sincero.
Parli di sogni, di mondi lontani,
io ascolto incantato, ma tu non lo sai.
Perché nel mio petto batte più forte
qualcosa che cresce, che sfida la sorte.
Non è solo amicizia, lo sento tremare,
è un vento sottile che vuole cambiare.
Vorrei dirtelo, ma ho troppa paura,
rompere questo vuol dire avventura.
E se poi ti perdo? Se resto da solo?
Meglio starti accanto, anche con questo vuoto.
E lui sorride, il cielo si accende,
nel suo entusiasmo il cuore si stende.
Lo vedo vivere, amare, sognare,
e io nel silenzio lo lascio volare.
Ha mani intrecciate che stringono forte,
ma non le mie, così vuole la sorte.
Parole leggere gli sfiorano il viso,
e io, da lontano, gli rubo un sorriso.
Eppure non soffro, non cedo al dolore,
se lui sta bene, si placa il mio cuore.
Non sarò luce che illumina il giorno,
ma resto un riflesso che brilla d’intorno.

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