Vaccinarsi serve

Sono 3.232 i casi di morbillo accertati fino al 27 giugno scorso. Di questi, in 1.293 c’è stato il ricovero. In 1.131, invece, s’è registrata almeno una complicanza: encefalite, broncopolmonite, otite, diarrea. Due bambini, purtroppo, sono morti. La maggioranza dei 3.232 ammalati di morbillo non era stata vaccinata: circa l’88%. Ad Oristano, qualche settimana fa, un piccolo di dieci anni è stato ricoverato in condizioni critiche perché affetto da tetano, patologia che tra i bambini, in Italia, non si vedeva da tempo. I genitori avevano sempre rifiutato di vaccinarlo.
Questo è il quadro desolante del crescente rifiuto per le vaccinazioni da parte delle nuove generazioni di genitori. La verità è che questi giovani genitori non hanno mai visto morire i propri figli di difterite o di tetano o di pertosse o di morbillo. Non hanno mai assistito allo strazio di un bimbo che il giorno prima correva ed il giorno dopo non riusciva più a stare in piedi perché aveva contratto la poliomielite. I genitori degli anni ‘50 scendevano in piazza per protestare contro il governo affinché le vaccinazioni potessero essere disponibili per tutti i bambini; oggi, sui blog, si legge di tutto e di più contro i vaccini. Ho l’impressione che in giro ci sia tanta confusione.
Fino a qualche anno fa, tra istituzioni e famiglie, c’era un tacito patto di fiducia e di collaborazione reciproca per cui il cittadino-genitore sapeva che l’agire del medico o dell’insegnante o del professionista, in genere, tendeva al bene comune.
I cittadini si fidavano perché riconoscevano a queste figure le competenze che le erano proprie. Oggi chiunque può dire tutto e il contrario di tutto senza che si abbia la dovuta conoscenza e preparazione. Ben vengano i confronti ma sui dati di fatto e non sul sentito dire o su opinioni del tutto arbitrarie. Le evidenze scientifiche ci dicono che le vaccinazioni servono: in tutti questi anni hanno salvato vite umane ed evitato malattie gravi. Negli ultimi anni in Italia ci sono stati 19 milioni di vaccinati e solo 5 reazioni allergiche: nessun morto. I numeri dicono, senza tema di smentita, che dal 1990 ad oggi la mortalità infantile nel mondo si è praticamente dimezzata:  ogni anno dai 2 ai 3 milioni di bambini vengono salvati grazie ai vaccini.
È vero, l’autismo è in aumento, ma certo non a causa dei vaccini. Numerosi studi confermano sempre più la responsabilità degli inquinanti ambientali che interferiscono con lo sviluppo cerebrale fetale durante la gravidanza, ma chissà perché l’attenzione è concentrata solo sui vaccini. Le falsità dette sulle vaccinazioni hanno comportato il loro calo e per reazione le autorità governative italiane si sono viste costrette a decretarne l’obbligatorietà. Non è un buon segno di democrazia, ma sembra che noi italiani, negli ultimi tempi,  oltre che, forse, poco preparati scientificamente, siamo diventati sempre più individualisti ed egoisti. Sì, perché vaccinare non è solo un atto di amore e di attenzione verso il proprio figlio, ma anche verso la comunità. Proteggendo il proprio figlio, si proteggono anche quelli degli altri. E per raggiungere tale scopo dobbiamo purtroppo essere obbligati, ma si sa, noi italiani non siamo svedesi.

14 luglio 2017 – © Riproduzione riservata
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