Un lungo consiglio comunale

opposizione
Una seduta consiliare infuocata, che si è protratta per più di tre ore, dovrebbe porre fine al caso fonderie Pisano, ma il condizionale è d’obbligo

Il consiglio comunale si raccorderà con il SUAP e con gli uffici coinvolti nei procedimenti istruttori al fine di scongiurare, su tutto il territorio battipagliese, insediamenti industriali e produttivi nocivi per la salute e per le raffinate produzioni agroalimentari.
Questo il punto di maggior risalto della mozione approvata il 13 dicembre dal consiglio comunale, che dovrebbe – si spera – portare all’epilogo la discussione che da settimane regna sovrana in città: la delocalizzazione della Fonderia Pisano a Battipaglia.
Al termine d’una seduta consiliare monotematica protrattasi per oltre tre ore, la maggioranza e l’opposizione non trovano comunque l’accordo.
Sul tavolo, due mozioni: la prima, quella sottoscritta da Gerardo Motta, Enrico Lanaro, Luigi D’Acampora, Alessio Cairone e Renato Vicinanza, presentata il 6 dicembre; la seconda, recante la firma del consigliere di maggioranza Elda Morini, protocollata proprio il 13, poche ore prima che si riunisse il civico consesso.
Il sindaco Cecilia Francese e tutti i consiglieri comunali presenti si esprimono contro l’insediamento delle fonderie e degli stabilimenti industriali siderurgici, in particolare quelli dediti alla lavorazione del metallo pesante. Eppure, alla fine, “a ciascuno il suo”: la maggioranza, infatti, vota a favore del proprio documento e contro quello proposto dall’opposizione, giudicato “scarno e incompleto”; Motta, Lanaro, D’Acampora, Cairone, Vicinanza e Luisa Liguori, invece, esprimono voto favorevole in merito alla mozione del 6 dicembre, manifestando voto contrario per il documento della Morini, giudicato troppo “arzigogolato”. Quindici i voti della maggioranza, sei quelli dell’opposizione: tra i consiglieri della Francese, assenti giustificati Ada Caso e Stefano Romano, mentre, tra i banchi della minoranza, è vuoto lo scranno di Egidio Mirra, che in passato aveva ammesso di guardare con simpatia all’insediamento della fonderia a Battipaglia.

Le due mozioni e l’emendamento di Pino Bovi
Tre le proposte dei consiglieri comunali d’opposizione; diciotto, invece, i punti del deliberato della maggioranza. La mozione Morini è di sicuro molto più corposa del documento redatto da Motta e gli altri, tant’è che, nel corso della seduta, le due parti si beccano proprio sulle differenze tra le due proposte. «A un consiglio monotematico sulle fonderie avete presentato il Piano triennale delle opere pubbliche – tuona Motta all’indirizzo della maggioranza – mentre basterebbe una presa di posizione chiara in cui si dà mandato all’Ufficio tecnico di impedire l’insediamento in città di fonderie e altre aziende simili, come hanno fatto a Salerno con una delibera di sette righe». Dello stesso avviso D’Acampora: «Avete fatto il Piano Regolatore: quando si scrive tanto, si vuol cercare di confondere le carte».
Nel documento della Morini, in effetti, ci sono riferimenti all’aeroporto di Pontecagnano, al secondo svincolo e al quarto ponte sul Tusciano. «In questo consiglio – dice la Francese – noi vogliamo guardare al futuro, e la mozione della Morini va in questo senso: non dobbiamo avere la mente stretta, perché quelle, prima che opere pubbliche, sono infrastrutture che consentiranno alla città di tornare normale; l’opposizione non ci ostacoli!».
Alla mozione originariamente presentata, ad ogni modo, viene fatto un emendamento, proposto da Pino Bovi e approvato dalla maggioranza: «Dovremmo aggiungere che il rischio di insediamenti industriali e produttivi nocivi per la salute e per le raffinate produzioni agroalimentari viene scongiurato in tutto il territorio comunale, per essere precisi».
L’opposizione chiede di mettere ai voti prima la propria mozione, in quanto presentata prima, e poi quella della maggioranza, per poi sospendere la seduta per quindici minuti e far riunire i capigruppo per preparare un documento unico; la maggioranza, al contrario, propone di fare prima il documento unico e poi votarlo. Alla fine, si segue la linea proposta dalla minoranza – e pure dalla Morini, che però ritiene inutile fare documento unico, prediligendo far passare solo una delle due mozioni – ma viene approvato solo l’atto della maggioranza.

Il sindacalista non può parlare
Nell’aula consiliare di Palazzo di Città c’è anche Anselmo Botte, segretario provinciale Cgil. È in compagnia di due RSU della Pisano, e chiede di prendere la parola, ma gli viene negata perché, a detta dei consiglieri, non si può aprire un dibattito e gli interventi esterni andrebbero previsti prima. «Prendiamo atto – dichiara Botte alla stampa – che un consiglio monotematico sulle Pisano si rifiuta di ascoltare il parere dei lavoratori e dei sindacati».
Valerio Longo attacca l’opposizione: «Fate gossip! Sulle Pisano non c’è nulla!». Dai banchi della minoranza ribattono: «Se fosse gossip, perché mai ci sarebbe addirittura il segretario della Cgil qui? Quello che chiamate “gossip” lo ha tirato fuori chi (Carlo Zara, ndr) fino al 29 era vicinissimo all’amministrazione e ora, perché non s’è allineato, è trattato come un appestato».

Sospetta illegittimità: quarto ricorso al Tar?
Tra i punti all’ordine del giorno, nella convocazione preparata dal presidente Franco Falcone, non figura la mozione della Morini, protocollata a Palazzo di Città il giorno stesso della riunione consiliare. I consiglieri d’opposizione si sbracciano, denunciando un’illegittimità, e chiamano in causa pure la segretaria generale Brunella Asfaldo, che però non ravvisa alcuna irregolarità. «La mozione Morini – denuncia Motta – è inammissibile in virtù dell’articolo 29 del Regolamento del Consiglio comunale». In questi giorni, i consiglieri d’opposizione incontreranno un civilista: probabilmente sarà presentato un ricorso al Tar.

Baldi esce da Forza Italia
Alfonso Baldi prende la parola – e l’opposizione rumoreggia, perché l’intervento viene giudicato inopportuno per un consiglio monotematico – e annuncia la fuoriuscita dal gruppo consiliare di Forza Italia. «Da sempre auspico una maggiore coinvolgimento dei cittadini, ed è per questo che da oggi non voterò facendo riferimento alle indicazioni di Forza Italia, ma rappresenterò l’associazione Cittadini Pro Battipaglia».

Fonderia Pisano a Battipaglia: capitolo chiuso?
«Non c’era neanche bisogno di questo consiglio monotematico, perché fin dall’inizio ho detto chiaramente no alle fonderie». Parola di Cecilia Francese.
La delibera di consiglio comunale impedirebbe la delocalizzazione della fonderia a Battipaglia? Non è detto. La mozione Morini, infatti, parla di «insediamenti industriali e produttivi nocivi per la salute e per le raffinate produzioni agroalimentari». Dunque, se la Pisano, come qualsiasi altro stabilimento simile, dovesse rientrare entro i parametri di salvaguardia ambientale, potrebbe insediarsi a Battipaglia, ma non nel territorio agricolo, come meglio sancito dal punto 18 del deliberato. Giustamente, se l’industria non avesse impatto su salute e agricoltura, non ci sarebbe da preoccuparsi. A quel punto, però, verrebbe da chiedersi: perché non a Salerno?

Nella foto: i consiglieri dell’opposizione Cairone, Liguori, Motta, D’Acampora, Lanaro e Vicinanza

20 dicembre 2016 – © Riproduzione riservata
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