Un diario civico
[di Fausto Bolinesi]
“Chi teme di dire quello che pensa, finisce per non pensare quel che non può dire”. È una frase di Giovanni Sartori che Francesco Bonito ha fatto sua e di cui tiene conto negli editoriali che pubblica da venti anni su Nero su Bianco. Ne ha raccolti settantotto, selezionati tra gli oltre trecento, in un libro che si presenta interessante, ancora prima di aprirlo, per la bella copertina e l’accattivante titolo: Diario civico (edizioni Sfide, 2025).

Il consiglio è quello di tenere il libro sul comodino e la sera prima di addormentarsi, o anche in qualsiasi momento della giornata, leggere uno o due articoli alla volta, per rivivere e quindi riflettere sugli eventi descritti. Insomma, degustare il libro un po’ come si fa col vino da meditazione: sorseggiarlo. Un consiglio che sarà disatteso da molti che, per merito della prosa piacevole e fluida, e dell’interesse che suscitano gli argomenti trattati, leggeranno il libro tutto d’un fiato ripercorrendo in uno o due giorni un ventennio di vicende battipagliesi. Per comprendere se e quanto Battipaglia sia cambiata, e se in peggio o in meglio; o quanto le sollecitazioni e i suggerimenti dell’autore siano stati ascoltati; o quante promesse siano diventate progetti realizzati e quante siano rimaste illusioni. Ci sono editoriali scritti oltre dieci anni fa ancora attuali, come Cemento audere semper (4 aprile 2012) che potrebbe essere pubblicato oggi cambiando solo la data.
Da buon giornalista Francesco Bonito si preoccupa di raccontare i fatti senza venir meno al dovere dell’obiettività, ma questo non gli fa dimenticare di essere cittadino, appunto civis, e di manifestare il suo punto di vista se non addirittura i propri sentimenti. E lo fa sempre con garbo, con eleganza, come pennellate di colore che non stravolgono un quadro, ma lo rendono meno freddo. Questo non gli impedisce di manifestare la propria delusione quando le decisioni prese dagli amministratori – secondo il suo giudizio – sono dannose per la città.
“Dalle nostre parti la politica non è l’attività tesa a risolvere i problemi di una comunità, bensì l’arte di vincere le elezioni”, scrive in un editoriale, e sollecita gli assessori a partecipare alle manifestazioni, non limitarsi a presenziare. Allo stesso modo invita i cittadini a essere più attivi, farsi “cittadinanza” e non “truppa”; esorta a superare i dualismi.
D’altra parte, l’autore non si limita solo a indicare un problema, del quale suggerisce comunque sempre una soluzione, ma rileva anche le realtà positive, e in un editoriale evidenzia le proposte culturali e ricreative, i servizi che la città offre e della cui esistenza non ci si rende conto. Le circostanze e gli eventi raccontati non sono certo esclusivi di Battipaglia, ma sono frequenti e diffusi anche altrove, tanto che molti articoli sembrano descrivere analoghe situazioni in altri comuni. Il libro non è quindi rivolto esclusivamente ai battipagliesi, ma può interessare chiunque voglia riflettere sul senso civico e sulle dinamiche di una comunità. Per diventare cittadini più consapevoli e quindi migliori, in un Paese migliore.
12 aprile 2025 – © riproduzione riservata


