Un convegno su politica, malaffare e voto di scambio

[di Romano Carabotta]

Lo scorso 12 marzo, il Centro Congressi San Luca ha ospitato un interessante incontro organizzato dall’associazione Salerno Giuridica e patrocinato dall’Ordine degli Avvocati di Salerno, dal titolo Politica, malaffare e voto di scambio. Illustre il tavolo dei relatori, fra i quali spiccava Carlo Taormina, noto avvocato, politico ed opinionista, che ha voluto fortemente essere presente. Come si può intuire dal titolo del convegno, coloro che sono intervenuti – oltre a Taormina, c’erano Vincenzo Montemurro, Carmine Olivieri, Antonella Mastrolia, presidente dell’associazione, e Vincenzo Luciano – hanno approfondito alcuni aspetti legati alla tematica del voto di scambio. Argomento più attuale che mai, perché il Comune è ancora commissariato per infiltrazioni mafiose e perché a breve si terranno le elezioni amministrative. I relatori sono intervenuti in merito alla distinzione tra l’articolo 416 ter e il 416 bis. Il primo, infatti, come ha spiegato chiaramente Olivieri, può essere applicato nel caso in cui il candidato, o in generale un individuo, approfitti della sua posizione per agire in favore di una cosca; il secondo, invece, è mirato allo scambio di voti, in quanto si applica quando un candidato promette dei favori, soprattutto nell’ambito dei servizi pubblici, in cambio di voti. Il 416 ter, che prima permetteva di perseguire penalmente solo il politico che scendeva a patti con una cosca e solo se prometteva denaro in cambio, a partire dal 2014 permette di agire anche contro l’appartenente all’associazione mafiosa e contro il politico, anche qualora promettesse altre forme di dazione. A confermare che, come ha detto Olivieri, «la mafia affonda i suoi tentacoli dove c’è potere, in politica soprattutto», ci ha pensato Mastrolia, sottolineando che «è sotto gli occhi di tutti che la mafia si sta evolvendo, passando dalla coppola e la lupara alla giacca e cravatta e alla poltrona in politica». La presidente ha aggiunto che «è necessaria una rieducazione del cittadino, poiché sono sempre di più coloro che scelgono l’appoggio della mafia».
Sullo stesso profilo, il discorso di Taormina: «Oltre al malaffare, dobbiamo considerare la malagiustizia. Abbiamo fatto bene a combattere, da Falcone in poi, la violenza mafiosa evidente, ma ora ci siamo ritrovati di fronte a questa silenziosa. Siamo arrivati al punto che, come noi paghiamo le tasse, l’imprenditore deve pagare un dazio al capomafia di turno. E questo è peggio della violenza».
Infine, non sono mancate delle parole rivolte ai giovani: «I giovani devono condurre questa dura battaglia. Se non liberiamo  interi territori dalla mafia, tra dieci anni saremo ancora a questo punto. Forse io non ci sarò più, e tutto questo passerà nelle vostre mani».
Un impegno per tutti, dunque: dai cittadini ai loro rappresentanti.

25 marzo 2016 – © Riproduzione riservata
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