Tari: chi non paga rischia grosso

[di Carmine Landi]

Se non paghi ti sospendo. Non si tratta del remake del famoso film Se mi lasci ti cancello; è il principio contabile che il Comune di Battipaglia si appresta a trasformare in norma, con una proposta di modifica al Regolamento per l’accertamento e la riscossione delle entrate tributarie che promette di ridefinire i rapporti fra contribuente e amministrazione. Un provvedimento tecnico, destinato però a incidere nella carne viva della città: piccole imprese, negozi, famiglie e contabilità domestiche. La Commissione consiliare competente ne sta esaminando il contenuto, ma la strada è segnata. Il testo sarà approvato e, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Cecilia Francese, darà nuova linfa alla macchina esattoriale. 

Il principio guida è duplice: da un lato, velocizzare l’incasso delle entrate comunali; dall’altro, colpire in modo selettivo ma deciso chi, potendo, non paga. A farne le spese potrebbero essere soprattutto gli operatori economici che omettono il versamento della Tari: per loro, la morosità certificata potrà comportare la sospensione o la chiusura dell’attività. Si tratta di una possibilità già contemplata nell’articolo 19 del Regolamento vigente, ma che ora diventerà prassi operativa, grazie a un’azione congiunta tra l’Ufficio Tributi e il Suap. È qui che si gioca la partita più aspra: l’intenzione, dichiarata nero su bianco, è quella di applicare sistematicamente le misure di contrasto alle morosità tributarie. Il messaggio è chiaro: chi esercita un’attività e non versa quanto dovuto al Comune, verrà colpito nella licenza. Ma non tutto si traduce in stretta. 

Il nuovo impianto regolamentare disegna anche percorsi di rientro agevolato per i contribuenti virtuosi. Chi ha saldato regolarmente la Tari negli anni 2022, 2023, 2024 e 2025 potrà accedere a piani di rateizzazione per i debiti pregressi, anche di importo superiore a 50.000 euro, senza dover presentare garanzie o anticipi. Una corsia preferenziale, dunque, per chi dimostri continuità nei versamenti recenti. Il modello di riferimento è quello adottato dall’Agenzia delle Entrate, cui il Comune ha delegato l’esecuzione coattiva. Le nuove regole uniformano i criteri di accesso alle dilazioni: fino a 120 mila euro, basterà una dichiarazione sostitutiva di temporanea difficoltà economica; oltre tale soglia, serviranno documenti più articolati, calibrati su categorie specifiche, ossia Isee per le persone fisiche, indici di liquidità e solvibilità per le imprese. 

Un capitolo a parte merita l’accertamento con adesione, che diventa via praticabile anche per quegli atti tributari esclusi dal contraddittorio preventivo. Un paradosso solo apparente: l’accelerazione della fase impositiva si accompagna a una possibilità di dialogo ex post, che però resta ancorata a termini e scadenze puntuali. Il contribuente che chiede l’adesione dovrà versare quanto concordato entro venti giorni o rispettare fedelmente il piano di rate. E poi c’è l’effetto pratico dell’istanza di rateizzazione: finché il Comune non si pronuncia, non potrà procedere ad azioni esecutive o cautelari ulteriori, sebbene le misure già adottate — come fermi amministrativi o pignoramenti — restino formalmente in vigore fino all’estinzione integrale del debito.

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