Qui si sana?

[di Ernesto Giacomino]

ospedali
Sta facendo parecchio rumore, in questi giorni, la diatriba sull’accorpamento “funzionale” dei due presidi ospedalieri di Eboli e di Battipaglia. Un’azione che, sostanzialmente, dovrebbe mirare a un ridimensionamento drastico della spesa sanitaria, propondendo un management accentrato ed eliminando lo sdoppiamento dei reparti. Soluzione – almeno nell’humus – approvata dalla nostra sindaca, confermata dalla direzione Asl e puntualmente osteggiata da una parte di cittadini e forze politiche. Si aspettano, ora, dettaglio e modus operandi della “scomposizione” affinché l’operazione ottenga  il definitivo consenso della nostra amministrazione comunale.
In realtà, a me, quando si parla di reparti doppiati vengono sempre un po’ i brividi. La teoria è bellissima, spesso poetica, è come quando i viaggi nello spazio vengono chiamati “regata fra le stelle” mentre in realtà sono dribbling fra frammenti d’asteroidi e capricci gravitazionali non sempre prevedibili.
Come sempre le ipotesi si fanno come si tirano le punizioni nel calcio, spostando distrattamente in avanti il punto di battuta non appena l’arbitro volta le spalle. Ma l’applicazione pratica – secondo la mia opinione di utente, sia chiaro – appare sensibilmente diversa.
Si parte, in pratica, da una presunzione di bontà delle due strutture che nella realtà non pare trovare tutto il riscontro paventato. Per cui la si fa facile: un’efficienza di qua, un’altra di là, mettiamole insieme facendo il minimo comune multiplo di entrambe.
Un discorso che magari veleggia facile in termini di quantità, quando l’analisi parte dalla scrivania e non dal disagio del paziente: qui le cifre, qui le professionalità impegnate, qui il curriculum dei medici, ok, andiamo a unificare. Ma se si fa quel passettino indietro, se si riporta il pallone esattamente al punto in cui la punizione è stata fischiata, la questione potrebbe inciampare in quelle difficoltà più spicciole e quotidiane che in apparenza non fanno peso.
Punto uno: perché non farci prima venire pure il dubbio che magari i reparti sono doppiati perché sottodimensionati (o mal gestiti)? Qualche anno fa, a Battipaglia, si ruppe il macchinario per le radiografie: per settimane si assisté a un esodo motorizzato equivalente a un centinaio di notti di pellegrinaggio a piedi per SS. Cosma e Damiano. E la Radiologia di Eboli si rivelò oggettivamente inadeguata a gestire il surplus di pazienti smistatole dalla cugina battipagliese: parcheggi intasati, code a qualunque sportello, malati in attesa su barelle e carozzelle.
Punto due: mentalità. Volete efficienza? Ok, ma il calcolo fatelo dopo l’epurazione: ovvero, dopo aver rimediato agli errori di un trentennio politico che ha ficcato dentro una buona fetta di personale perpetuamente incompetente, arrogante ed inguardabile. Perché due ore ad attendere il nulla osta per le dimissioni di un familiare – semplicemente, perché nella “stanzulella” non si trova l’accordo sul piano ferie – non le compensi accorpando i reparti.
Insomma: paradossalmente, prima di disinvestire, provate a investire in due poste di bilancio che si chiamano semplicemente “competenza” e “umanità”. E chissà che, spendendo spendendo, non ve ne esca un guadagno.

30 settembre 2016 – © Riproduzione riservata
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