Querelle commissioni

cairone01Continuano le forti discussioni tra la maggioranza e l’opposizione in consiglio comunale. Questa volta l’oggetto della disputa pare essere l’adozione del criterio di votazione dei presidenti e vicepresidenti delle commissioni consiliari, argomento già molto caldo ad inizio consiliatura. Infatti, nel mese di agosto, proprio la mancata tempestiva costituzione delle suddette commissioni fece gridare allo scandalo parte dell’opposizione. In quell’occasione i consiglieri Motta, Vicinanza, Liguori e Lanaro, assistiti dall’avvocato Belmonte, scelsero di ricorrere al Tar chiedendo lo scioglimento del consiglio comunale. Ma torniamo alla questione: già un mese fa l’opposizione aveva richiesto in consiglio comunale delle spiegazioni alla segretaria generale e al presidente del consiglio Franco Falcone a proposito dell’articolo 11 del Regolamento sul funzionamento delle commissioni consiliari. La differente interpretazione riguardava il sistema proporzionale di costituzione di tali organi e quindi la rappresentanza dei diversi gruppi consiliari all’interno di essi. In quell’occasione il presidente, illustrata la ratio del regolamento, comunicò la formazione di 6 commissioni permanenti, ognuna di 11 consiglieri, in rappresentanza dei 5 gruppi consiliari della maggioranza, dei 5 gruppi consiliari della minoranza e del Pd. A questo punto tutto tace, fino a venerdì 7 ottobre, giorno in cui il consigliere Alessio Cairone, attraverso la sua pagina Facebook, ha tuonato contro l’amministrazione facendo riferimento ad “atti dittatoriali da prima repubblica”, in riferimento alle modalità di elezione dei presidenti e dei vice presidenti delle commissioni. Queste le dichiarazioni di Cairone: «Il presidente Falcone si è preso la responsabilità di interpretare a modo suo il regolamento sulle commissioni senza rispettare l’articolo 8 che al comma 3 recita: “Alla elezione del Presidente e del Vice-Presidente si procede con voto segreto, con due distinte votazioni, a maggioranza dei voti dei suoi componenti. Quello che è stato fatto invece è stato far votare, sempre in maniera segreta, ogni membro della commissione un numero di volte pari al numero di componenti del gruppo consiliare che rappresenta. Questo è chiaramente un abuso della posizione di maggioranza, una mancanza di rispetto delle minoranze in campo». E Cairone aggiunge: «La cosa che ci lascia perplessi è che né la segretaria generale, né il dirigente Lullo, hanno mai citato nei loro pareri l’articolo 8, limitandosi all’interpretazione dell’articolo 11».
A tale accusa risponde direttamente Franco Falcone, consigliere eletto con la maggioranza e presidente del consiglio, che dichiara: «La polemica imbastita dall’opposizione mi sembra piuttosto pretestuosa. Nelle passate consiliature nessuno si era mai lamentato di tale sistema di voto, attuato anche quando in passato membri dell’attuale opposizione erano in maggioranza. Come presidente mi sono accertato della validità del sistema, chiedendo parere alla segretaria ed al dirigente del settore avvocatura che mi hanno confermato la validità giuridica della scelta. L’articolo 11 del regolamento è molto chiaro e tratta il funzionamento delle commissioni, indicando al comma 1-ter che ogni gruppo esprime nelle commissioni tanti voti quanti sono i consiglieri ad esso iscritti».
Pare ovvio che tale scelta vada in contrasto con l’articolo 8 al quale si appella l’opposizione. L’unico errore è stato quello di non chiarire anche l’articolo 8 durante la passata discussione consiliare. Nel frattempo le commissioni sono state costituite e sono stati votati sia i presidenti che i vice presidenti. Se ne ridiscuterà nel prossimo consiglio comunale. E così, mentre la città collassa sotto il peso dei debiti e degli acquazzoni, il consiglio comunale discuterà di commissioni e di interpretazioni dei regolamenti. Aspettando Godot.

Nella foto: Alessio Cairone

 14 ottobre 2016 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail