Presunti innocenti

[di Francesco Bonito]

L’articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. È bene tener presente questo articolo della Costituzione e ricordare il principio di presunzione d’innocenza sancito dal diritto penale italiano, prima di commentare la notizia del rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Battipaglia e degli altri tredici indagati. Tutte le persone coinvolte nella cosiddetta inchiesta Alma sono perciò da ritenersi innocenti fino a condanna definitiva. Questo va ricordato soprattutto a coloro che portavano in trionfo l’ex sindaco il giorno della sua elezione e che oggi, con lo stesso entusiasmo, lo accompagnerebbero sul Calvario. Umane miserie di piccoli uomini.

Tornando alla cronaca giudiziaria, la notizia che l’ex sindaco, un ex assessore, diversi funzionari dell’Ufficio tecnico del Comune, qualche imprenditore locale e alcuni imprenditori del casertano, siano tutti stati rinviati a processo è una notizia che avvilisce, che sgomenta chi scrive e, credo, l’intera città di Battipaglia. Preferisco calare un velo pietoso sulla vicenda penale che vede alcuni imputati per reati gravi e odiosi, provando così a rispettare il difficile momento vissuto dalle persone coinvolte e dalle loro famiglie. Chi è innocente non ha nulla da temere, chi è colpevole è giusto che paghi.

Continuerò invece a non tacere, così come non ho taciuto in passato, sulle responsabilità politiche di alcuni degli inquisiti e dei loro “fiancheggiatori”. Questo è il dovere di una stampa libera che non teme le ritorsioni o l’ostilità dei potenti, che non censura o si distrae a seconda delle convenienze. Allo stesso modo, una classe politica degna di questo nome dovrebbe interrogarsi su quanto è accaduto a Battipaglia nell’ultimo decennio, molti dovrebbero fare autocritica, alcuni recitare un mea culpa. A chi non è in grado o fa finta di non capire il danno morale procurato alla città, ricordo il danno economico, con un semplice esempio concreto sicuramente comprensibile a tutti. Quel milione di euro che, secondo la pubblica accusa, qualcuno avrebbe fatto “recuperare” alla ditta che doveva ultimare il Municipio… di chi era? Degli amministratori inquisiti o dei cittadini battipagliesi? Per rispondere, per capire, non serve senso civico, né un’elevata sensibilità etica, basta avere un portafoglio.

29 maggio 2014 – © Riproduzione riservata

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