Piu Europa: il Comune si affida ad Angione
[di Carmine Landi]
A Battipaglia i cerchi non si chiudono sempre. Si richiudono, anche dopo. E così, in silenzio, a distanza di anni, può succedere che chi fu protagonista d’una pagina amministrativa torni a scriverne un’altra. Da un’altra prospettiva. Con un altro titolo. Ma sullo stesso foglio. È il caso dell’ingegnere Pasquale Angione, già dirigente dell’area tecnica del Comune, oggi in pensione, al quale l’amministrazione ha affidato la stesura della perizia tecnica con cui intende difendersi nella causa milionaria intentata da Atene Grandi Progetti, che pretende 62 milioni di euro. L’incarico è ufficiale, per un valore di 24.741 euro. A conferirglielo è stato il suo successore, l’ingegnere capo Carmine Salerno, su impulso dell’architetto Fausto Dragonetti, responsabile del procedimento.
Il nome è noto, la funzione pure: Angione, oltre un decennio fa, firmò da dirigente la concessione che oggi il Comune contesta. Sul piano giuridico, non c’è incompatibilità. Angione ha lasciato l’incarico nel 2018, e oggi agisce da esterno. Tutto nasce nel 2012, quando l’Ente sigla con Atene la convenzione per realizzare un centro intermodale alle spalle della stazione ferroviaria. Doveva essere un’infrastruttura nevralgica, finanziata anche con fondi europei, capace di cambiare il volto della città. Nel 2018, però, tre interdittive antimafia colpiscono società collegate al concessionario. I provvedimenti prefettizi verranno poi annullati dai giudici amministrativi, ma intanto il cantiere rallenta, si blocca, si svuota. Nel 2024, la sindaca Cecilia Francese e il dirigente Carmine Salerno dispongono la revoca della concessione. Gravi le contestazioni mosse: abbandono dell’area, mancato pagamento dei canoni, perdita dei requisiti soggettivi, inadempienze tecniche. Arriva l’atto formale di risoluzione.
Ma da Atene reagiscono. E lo scorso marzo hanno citato in giudizio l’Ente, chiedendo oltre 62 milioni di euro per presunti danni economici e patrimoniali derivanti, a loro dire, da una revoca illegittima. Per opporsi, l’amministrazione ha scelto di dotarsi d’una perizia indipendente. Toccherà ad Angione redigere lo “stato di consistenza” del cantiere: valutare quanto è stato effettivamente realizzato, stimare i danni derivanti dall’interruzione, fotografare – letteralmente – il sito oggi abbandonato. Il documento dovrà supportare la linea difensiva dell’Ente, che nega qualsiasi responsabilità e rivendica la legittimità della revoca. Proprio il nome di Angione è tornato a circolare anche nei tribunali: nelle scorse settimane la Procura ha chiesto per lui due anni di reclusione nel processo che lo vede imputato assieme, tra gli altri, all’ex sindaco Giovanni Santomauro. Ora dovrà contribuire sbrogliare la matassa del Piu Europa.
28 giugno 2025 – © riproduzione riservata


