Piccola inchiesta faidaté
Nei primi giorni di febbraio, come tutti sappiamo, Sergio Mattarella è stato eletto Presidente della Repubblica. Mentre ascoltavo le sue parole ho ammesso a me stesso, con vergogna, di conoscere davvero poco la storia politica della nostra nazione. La situazione, già di per sé non rosea, era ulteriormente aggravata dalla dolorosa ammissione di una quasi totale ignoranza anche sulla realtà battipagliese. Escludendo i più noti fatti di cronaca, infatti, mi sono accorto di sapere davvero poco su Battipaglia e, decidendo di tuffarmi nella realtà cittadina, in me è sorto il dubbio che anche tanti battipagliesi vivessero la mia stessa situazione. E così, nella speranza di essere smentito, ho posto ad alcune persone – conoscenti e non – qualche semplice domanda sull’attualità politica battipagliese.
La prima domanda riguardava i vertici del nostro Comune: tutti gli intervistati rammentavano chi fosse stato l’ultimo sindaco eletto ma pochi conoscevano il numero e il nome dei commissari. Quando ho chiesto il motivo che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale ho ottenuto risposte generiche, sintomo che spesso le idee della gente si formano non tanto sugli atti ufficiali quanto sui pettegolezzi e sui “sentito dire”. Di tutti gli intervistati, inoltre, una buona fetta ricordava i nomi di alcuni consiglieri della scorsa amministrazione, indipendentemente dalle simpatie politiche, sulle quali non ho assolutamente indagato. Sempre più colpito dalle risposte, ho cercato di scavare un po’ più a fondo, chiedendo ad alcune persone di dare un giudizio sul periodo che stiamo attraversando. La stragrande maggioranza ha espresso dispiacere per quanto stiamo vivendo, manifestando pessimismo. Particolarmente negative le risposte dei più giovani, quasi pronti a comprare un biglietto di sola andata da Battipaglia. Tra tutti i giudizi ricevuti non potrò mai dimenticare le parole di una signora: “Giovinò tutto ‘sto schifo è successo perché oggi si pensa solo a prendere senza dare mentre quando io avevo l’età vostra era esattamente l’opposto. Non c’è più quello spirito di sacrificio che ci ha permesso di crescere”.
Analizzando a lavoro finito il tutto, ho notato con piacere di aver raccolto un insieme di risposte particolarmente variegate che, se proprio dovessero essere raggruppate, si dividono in chi è rimasto deluso da Battipaglia e chi, nonostante la delusione, continui ancora ad amarla. Spremendo al limite tutte le risposte, però, noto con un pizzico di amarezza che spesso i battipagliesi sono i primi a non essere a conoscenza delle vicende cittadine, scrollando le spalle quando la situazione peggiora e non interessandosi direttamente dei problemi. Sembra quasi, ragionando a conti fatti, che i panni sporchi preferiamo mandarli in lavanderia, piuttosto che lavarceli in famiglia.
13 febbraio 2015 – © Riproduzione riservata