Piante medicinali e iperlipidemie

[di Simona Otranto]

I principali grassi presenti nel sangue sono: colesterolo, trigliceridi, fosfolipidi. Con l’età, una dieta poco equilibrata, la sedentarietà, una certa predisposizione familiare, i livelli ematici di tali lipidi tendono ad aumentare dando origine ad iperlipidemie. Le conseguenze a lungo termine del mantenimento di valori elevati nel sangue, in particolare di colesterolo e trigliceridi, possono essere molto pericolose. 

La dieta, l’eliminazione di cibi fritti, la riduzione dell’apporto di grassi saturi, l’integrazione di alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura e legumi, rappresentano ovviamente il trattamento iniziale e basilare di tutte le iperlipidemie. Anche l’aggiunta all’alimentazione di lecitina di soia, mucillagini da psillio, lino, guar e di pectine, potrebbe apportare benefici. Quando però la correzione del regime alimentare non è sufficiente a far abbassare i valori alti di colesterolo, si ricorre all’uso contemporaneo di farmaci ipocolesterolemizzanti che purtroppo non sono esenti da effetti collaterali. Le piante tradizionalmente utilizzate allo stesso scopo sono numerose come numerosi sono anche gli studi scientifici che ne confermano l’efficacia. L’aglio è probabilmente la pianta maggiormente attenzionata ma ci sono risultati incoraggianti e promettenti anche per il fieno greco, la gomma guggul, il riso rosso fermentato, la curcuma, l’erba medica. La commissione E tedesca, in associazione alle misure dietetiche, raccomanda sempre l’utilizzo di aglio e lecitina di soia. Per alcune droghe vegetali sono stati addirittura chiariti i meccanismi d’azione. 

Aglio
L’aglio, (Allium sativum L.),possiede diverse proprietà farmacologiche potenzialmente benefiche per tutto il sistema cardiovascolare e per la prevenzione dell’aterosclerosi. È scientificamente dimostrato che il consumo cronico di aglio, o di preparazioni (estratti) a base di aglio, riduce i livelli di trigliceridi e di colesterolo LDL senza alterale invece i livelli di HDL (cosiddetto colesterolo buono).  Si suppone che l’aglio agisca a monte, inibendo alcuni enzimi coinvolti proprio nella sintesi del colesterolo.

Carciofo
Le foglie di carciofo (Cynara scolymus L.) hanno numerose proprietà: antiossidanti, epatoprotettive, coleretiche, colagoghe e soprattutto antilipidemiche. Queste azioni biologiche sono attribuite ad alcune sostanze in esse contenute, in particolare a la cinarina. Anche il carciofo è una pianta ampiamente attenzionata dalla comunità scientifica. Si presume che contribuisca ad abbassare i livelli di colesterolo e trigliceridi sia limitandone a monte la sintesi, sia favorendone l’eliminazione attraverso l’attività che esercita sul fegato e sulla bile. 

Riso rosso fermentato
Il riso rosso fermentato viene prodotto lasciando fermentare per nove giorni il riso cotto (Oryza sativa L.) con il micete Monascus purpureus. In Cina viene comunemente utilizzato come colorante e conservante nonché a scopo medicinale. I principali principi attivi sono costituiti dalle monacoline, in particolare la monacolina K  che inibisce la sintesi del colesterolo.  Del tutto simile alle statine farmacologiche, presenta un vantaggio: l’incidenza degli effetti collaterali (dolori articolari, bruciore di stomaco, etc.) è molto più bassa anche se, per prudenza e finché non ci saranno ulteriori studi a dimostrare il contrario, la comunità scientifica tende a considerare tutti gli effetti avversi della levostatina come possibili anche per il riso rosso fermentato.

27 Febbraio 2021 – © Riproduzione riservata

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