Perde il Pd, contenti tutti

[di Francesco Bonito]

Più di cinquemila persone che vanno a votare alle primarie del centrosinistra è una notizia, anzi è la notizia; forse la prima di questa lunghissima e precoce campagna elettorale. Sapete come è andata: Enrico Lanaro ha vinto, precedendo nell’ordine Ciotti, Oddati e Galdi. Nel giornale troverete la cronaca e i commenti, negli articoli firmati da Carmine Landi e Marco Di Bello. Chi ha seguito la lunga giornata delle primarie racconta di una grande partecipazione, ma anche di confusione, di infiltrati, di schede mancanti o già compilate, di un presidio continuo del seggio da parte di “persuasori”. Un clima normale per un seggio di Secondigliano; una sgradita novità per Battipaglia. Così è andata, e temo che andrà sempre peggio se gli elettori continueranno a premiare chi usa questi metodi e finché migliaia di persone saranno così sfiduciate e disperate da poter essere deportate al voto.
Prima-n247-Il risultato è stato netto: Lanaro ha vinto e il Pd ha perso. Di questo sembrano rallegrarsi tutti, o quasi. In tanti hanno un buon motivo per festeggiare la sonora sconfitta del Pd, anche se pochi lo confessano. Partiamo proprio dal Partito democratico cittadino: per anni fedele alla regola “meno siamo e meglio stiamo”, pochi iscritti, un club esclusivo con due o tre capi, un paio di consiglieri eletti, un plotone agile e pronto a servire la “giusta” causa e, spesso, a portare i voti lontano da Battipaglia. Ingredienti eccellenti per conservare una piccola leadership paesana, per far da stampella a un sindaco amico, ma insufficienti a vincere battaglie politiche impegnative. Il Pd battipagliese arriva diviso in vista delle elezioni, con la quota minoritaria che simpatizza per Lanaro, un cosiddetto “civico” senza la tessera. A complicare le cose, poi, irrompe Nicola Oddati, politico navigato, figura ingombrante, imposto più che scelto, la cui potenziale ascesa politica nel Pd battipagliese sarebbe esiziale per l’oligarchia nostrana. Motivo in più per alcuni “leader” per mollare senza rimorsi i vecchi compagni e alle primarie sostenere Lanaro, determinando la sua vittoria e la sconfitta del Pd. Doppio risultato: trovato un candidato sindaco “pulito” e dimostrato, a tutti compreso Lanaro, che i voti ce li hanno loro, non il partito. Chi dà può togliere, è il messaggio.
Ma contenti sono anche i dem fedeli alla bandiera, costretti dai vertici provinciali a puntare su Oddati: la sconfitta dell’ex assessore napoletano con passaporto battipagliese consente di accollare la responsabilità della disfatta ad altri. Contento Ciotti, coerente fino in fondo, costretto a correre contro il Pd, che può recriminare di essere stato lasciato in panchina. E probabilmente l’insuccesso del partito di Renzi incoraggerà anche i militanti delusi, ora liberi di trovare ospitalità in altre liste.
Ma la Caporetto del Pd ovviamente allieta anche i concorrenti. Certo non dispiace a Gerardo Motta, a cui un Pd a brandelli potrebbe fare molto comodo, né saranno tristi Cecilia Francese e Ugo Tozzi, ai quali la vittoria di alcuni ex santomauriani fornisce argomenti utili alla campagna elettorale. Inoltre, da lunedì la scena è più chiara, si comincia a capire chi sta con chi, ma soprattutto chi sta dietro chi. Questo aiuterà le persone libere a scegliere, e permetterà agli altri di capire chi è il padrone del loro voto.

11 marzo 2016 – © Riproduzione riservata
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