Peppe Poeta, il campione e l’uomo
Battipaglia è sempre stata fucina di grandi talenti nello sport. Tanti hanno tentato la scalata al successo, pochi sono riusciti ad affermarsi. Fra questi, è doveroso annoverare Peppe Poeta, cestista classe ’85, attualmente in forza all’Auxilium Cus Torino, che ha tagliato il prestigioso traguardo delle 100 presenze nella Nazionale italiana di basket, e che nel 2008 fu premiato come miglior giocatore italiano del campionato di serie A.
Com’è nata la passione per il basket e quali sono stati i tuoi primi passi in questo sport?
«La passione per il basket è nata quando avevo 6 anni. I miei idoli erano Steve Nash, Gianmarco Pozzecco e come tutti Michael Jordan. A Battipaglia è uno sport molto popolare, la squadra locale in passato ha anche raggiunto la serie A2 e di conseguenza anche i bambini vi si sono avvicinati molto. Ho iniziato a giocare nella Polisportiva Battipagliese come playmaker, successivamente mi sono trasferito nella Pallacanestro Salerno. Ho raggiunto la prima squadra a 17 anni, debuttando in B2».
Hai collezionato oltre 100 presenze in Nazionale, che sensazioni dà vestire l’azzurro?
«La maglia azzurra è sempre stata un sogno. È un grande motivo d’orgoglio averla vestita così tante volte. Mi viene la pelle d’oca quando penso di essere riuscito a raggiungere un simile traguardo. Quando gioco per la Nazionale provo emozioni incredibili, sento l’affetto di 60 milioni di tifosi: è qualcosa che auguro a tutti gli sportivi italiani».
Hai altre passioni oltre il basket?
«Seguo un po’ tutti gli sport. Come quasi tutti gli italiani, amo il calcio: sono tifoso della Juventus. Altre mie passioni sono il cinema e i viaggi».
Consiglieresti a un bambino di praticare la pallacanestro?
«Certo. Innanzitutto è uno sport sano, pieno di principi e valori. Come in ogni sport di squadra, l’aiutarsi è alla base. Dunque, ritengo che il basket aiuti anche nella vita quotidiana».
Hai girovagato molto durante la tua carriera: a quale città sei rimasto più legato?
«Sicuramente Bologna: ci sono rimasto anche a vivere. Lì ho giocato 4 anni e ho i miei migliori amici».
Secondo te, perché in Italia, specialmente al Sud, è così difficile per un ragazzo affermarsi nello sport?
«Penso sia difficile come in tutti i Paesi. Non credo esistano differenze in questo senso fra Nord e Sud o fra l’Italia e le altre nazioni. Credo nella meritocrazia: sicuramente ci vuole fortuna, bisogna essere al posto giusto e al momento giusto, prendere i treni al volo, ma se ci si allena con costanza e impegno e si dà il massimo in campo, alla fine le soddisfazioni arrivano».
Qual è il tuo rapporto con Battipaglia?
«Ormai vivo lontano da casa da svariati anni, l’anno scorso a Trento, quest’anno a Torino. A Battipaglia torno sempre volentieri appena possibile e in estate per un paio di settimane. Mi fa piacere tornare giù per incontrare la mia famiglia e gli amici di sempre».
Nella foto: Peppe Poeta.