Non mangio più…

D’estate così come infuria il gran caldo, fra i bambini  imperversa… l’inappetenza! Tolta quella vera (ma rara) legata a vera e propria patologia, non passa giorno che non bisogna discutere con le mamme di questa “avversità” legata invece a un falso problema nella maggioranza dei casi. Non che durante l’anno non si affronti l’argomento (d’inverno le varie malattie febbrili che affliggono i bambini danno tipicamente anche inappetenza) ma d’estate si raggiunge sicuramente l’apice.  Noi pediatri assistiamo a battaglie estenuanti combattute a suon di cucchiaini e poppatoi tra mamme (o nonne) all’assalto e bimbi che resistono eroicamente ai bocconi da mandare giù. Da una parte mamme e nonne affaccendate a preparare innumerevoli varietà di pietanze, ad inventare metodi fantasiosi per far aprire bocche ostinatamente chiuse,  a somministrare “pappa reale” o misurini di sciroppi vitaminici miracolosi consigliati dall’amica che si informa su internet. Dall’altra bambini che non ne vogliono sapere di mangiare pastina e carne a pezzetti, che odiano la frutta e la verdura, che lasciano schiere di bottiglie non svuotate fino all’ultima goccia di latte. Ma in tutto questo c’è qualcosa che non torna. Con tutti questi bambini che non mangiano perché la Campania è una delle regioni dove si registra il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi?  Su 10 bambini campani, 4 sono in sovrappeso ed 1 è obeso.
Il drammatico problema dell’obesità è legato ad innumerevoli fattori, tra i tanti ha una sua rilevanza il “sentire comune” del gruppo sociale in cui si vive. Nelle nostre comunità il bambino che  cresce esile non è ben visto, è più gradito il bambino “paffuto”. Il bambino paffutello indica nel “sentire comune” salute e abbondanza. Indica che la mamma lo sa nutrire, lo sa crescere e che quindi è una brava mamma. Un bambino magro nel nostro inconscio evoca malattie, sofferenze, fame oppure una madre… incapace. Non a caso dagli ultimi dati diffusi dal sistema di sorveglianza “Okkio alla Salute” del Ministero della Salute si evince che c’è scarsa consapevolezza da parte delle mamme circa lo stato ponderale del proprio figlio: “il 38% delle madri non ritiene che il proprio figlio sia in eccesso ponderale e solo il 29% pensa che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva”. Questi dati possono spiegare perché un bambino che per noi pediatri cresce bene per la mamma è magro e viceversa un bambino che per noi medici è in sovrappeso per la mamma è perfettamente normale.
Quando i bambini hanno meno fame, come in estate per il caldo, non torturiamoli. In tanti anni di attività professionale non ho mai visto un bambino italiano morire di fame. Restare a stomaco vuoto per un giorno o due non ha mai ammazzato nessuno: l’importante è assicurare i liquidi necessari ad evitare la disidratazione. Il fatto è che nessuna mamma ha il coraggio di far rimanere veramente a digiuno il proprio figlio per qualche giorno. La mamma si arrende quasi subito e pur di farlo mangiare gli offre quello che vuole (tipo la merendina ipercalorica) o che mangia sempre (tipo wurstel e patatine fritte), rinforzando in lui la convinzione che alla fine l’ultima decisione è la sua e che è superfluo accettare altri alimenti più salutari. Il risultato è che la mamma si sente appagata per essere riuscita a fargli buttare giù qualcosa, il bambino ha mangiato sì, ma male, tanto che è pure in sovrappeso! I nostri figli non sanno più cosa vuol dire avere veramente fame perché in definitiva non l’hanno mai veramente conosciuta: hanno sempre qualcosa da mangiare. Chissà perché quando mi capita di visitare bambini non italiani che fuggono da paesi in guerra dove si soffre veramente la fame le madri di questi piccoli non  lamentano mai problemi di inappetenza: i loro figli mangiano tutto senza fare tante storie.

31 luglio 2015 – © Riproduzione riservata
Facebooktwittermail