Meglio Nuova oggi…

[di Ernesto Giacomino]

“L’importante è finire”, cantava Mina. “Ovunque, anche sui giornali”, aggiungerebbe qualcuno. Nel dubbio, insomma, meglio essere positivi e abbondare, annunciando come cosa fatta la ricapitalizzazione di Nuova Manutenzione. Anche se così non è, si dice per i corridoi. E il Sindaco – si dice sempre in quei corridoi – non conferma né smentisce. O avrebbe voluto farlo, afferma un’altra corrente, ma mancavano i giornalisti perché era mancato il tempo per convocarli in una conferenza stampa andata poi deserta. Una triangolazione micidiale, ne conveniamo un po’ tutti.

Il fatto certo è che, ora dopo ora, va alimentandosi sempre più una zona grigia di disinformazione circa il reale stato dell’arte. Anche rispetto alla tempistica della presunta ricapitalizzazione: in un primo momento si era capito che i fondi fossero già stati trovati, poi che fossero d’imminente arrivo, e infine si apprende che, probabilmente, ancora non ci sono. Arriveranno dall’Imu, pare; ma vai a essere certo che arriverà l’Imu, allora: hai visto mai un dietrofront del governo, un’evasione di massa, una rivoluzione, i Maya. La realtà è che nel dubbio, dice un vecchio adagio popolare, “gli unici soldi su cui puoi contare sono quelli che tocchi quando metti la mano in tasca”. Cioè, valutando e sottraendo, analizzando e totalizzando: zero.

Ciononostante, a Palazzo, come fosse cosa fatta, si è comunque esultato per l’“avvenuto” salvataggio di questa che, tra le due municipalizzate, è ormai la Cenerentola costretta non solo a stare tra i cenci mentre la sorellastra Alba va (ma mica tanto) al ballo, ma anche a pagare il corrispettivo della scissione dall’ex Alba Nuova con una bella messa in liquidazione (ovviamente, in prospettiva chiusura) e il licenziamento di ben 28 dipendenti (rimasti ora intrappolati tra due porte – quella di una ricollocazione nell’organico del Comune e quella di reintegro nella società licenziante – da un categorico veto della Corte dei Conti).
L’opposizione, in ciò, non si fa passare la mosca al naso e butta benzina sul fuoco: Santomauro, dice qualcuno che lui stesso aveva indicato come “assenziente”, come al solito mischia le acque.
Il problema, a ben vedere, è leggermente più a monte. Si parla di rimettere in moto una macchina dal motore fuso, e va bene. E magari ci si riesce pure, con un qualche stratagemma da meccanico vecchia scuola: ma non significa, in realtà, che i problemi di Nuova si risolvano per questo. Anzi, quelli grossi, quelli principali, restano tutti: la macchina, una volta in moto, deve ripartire.
Una situazione deficitaria avviene perché, per una serie più o meno prolungata di esercizi sociali, i costi superano i ricavi. Le perdite così corrodono il capitale, e alla lunga i costi di gestione puoi sostenerli solo contraendo debiti impagabili. E, in tali bilanci “municipalizzati”, il grosso dei debiti correnti rischi di contrarli principalmente con chi rappresenta i tre quinti della spesa ordinaria: i dipendenti.

Ricapitalizzare Nuova Manutenzione e basta, mettendole in pareggio attività e passività al solo fine di tirarla fuori da una condanna alla liquidazione, è allontanare di qualche metro il ciglio del baratro: per lei, ma soprattutto per i dipendenti che ci mettono tavola. Per il prosieguo occorre che ciò che il Comune guadagna dalla sua esistenza sia almeno pari a quanto spende per tenerla in vita. E su questo, nonostante rassicurazioni e proclami, di impavidi disposti a mettere la mano sul fuoco ancora non se ne vedono. Sindaco incluso.

1 giugno 2012 – © riproduzione riservata

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