Maurizio Mirra, una passione che viene da lontano

Il candidato sindaco di Civica Mente e Rete Civica illustra le motivazioni che lo spingono a impegnarsi al servizio della città

Buongiorno ingegnere, quando nasce la tua passione per la politica?
Mi avvicinai alla politica a 17 anni, era il 1994 quando iniziai a frequentare la sezione di via Gramsci. Fu il periodo in cui venne alla ribalta la generazione di amministratori che ci ha guidato successivamente, come Fernando Zara, Cucco Petrone, Egidio Mirra, Alfredo Liguori e Roberto Napoli, che avevano suppergiù la mia attuale età. Imparai molto in quel breve periodo; ricordo, con nostalgia, una politica che aveva ben altri toni e modi rispetto a quella di oggi. Il fatto che, dopo 27 anni, alcuni protagonisti di allora sono annunciati competitor alle prossime elezioni mi fa, però, riflettere sul mancato rinnovamento della classe politica. Già allora non facevo altro che interrogarmi sui motivi per i quali Battipaglia non riusciva a fare sintesi per sprovincializzarsi, non riuscendo a portare nessun nostro concittadino in consessi né regionali né nazionali, salvo occasionali eccezioni.

Però tu hai militato in un partito…
A 31 anni, dopo aver raggiunto una stabilità lavorativa, pensai che lamentarsi dello stato delle cose non sarebbe servito per cambiarle. Decisi di riprendere quella passione giovanile, mettendomi in gioco, con la giusta esperienza e formazione, per cominciare un percorso politico. Decisi di partire dal basso e mi iscrissi al partito Italia dei Valori, che, nel periodo 2008-2012, rappresentava in politica ciò che poi è diventato lo scopo del mio successivo lavoro: la legalità e la moralità. Certo, quel partito aveva molti punti negativi, come quello di non saper assumere quel ruolo di guida della società che la Costituzione assegna. Era un partito unipersonale e dalle limitate prospettive territoriali. Tuttavia, fu una grandissima esperienza. Diventai segretario cittadino, imparai i percorsi e il linguaggio della politica, osservai i consigli comunali, guardai da vicino gli amministratori, la formazione delle liste elettorali e mi resi conto degli interessi che si innescano intorno all’amministrazione locale.

…E fosti anche assessore della Giunta Santomauro: ti sei pentito?
Per mia costruzione mentale non mi pento mai di niente. In quel periodo conobbi poi dei ragazzi appassionati, Giuseppe Ferlisi e Martino Torsiello, diventati poi costruttori e protagonisti di Civica Mente. Strinsi un rapporto che va oltre la politica con Michele Di Benedetto, allora consigliere comunale e oggi al mio fianco in questo percorso. Inoltre, mi avvicinai al Forum dei Giovani e lì conobbi stupendi ragazzi, fra i quali quel Valerio Giampaola che è diventato un’altra colonna portante della nostra associazione. Non ho, quindi, da rimpiangere nulla: ho conosciuto le persone con le quali è stato costruito un movimento civico forte. Il ruolo da assessore, con delega al Patrimonio e Demanio, fu poi altamente formativo. Innanzitutto, mi ha permesso di lavorare in una Giunta con importanti professionisti, in un’amministrazione che, per quanto penalizzata dalle successive vicissitudini giudiziarie, rimane quella che ha prodotto più atti dal 1994 ad oggi.

Cosa hai imparato da quell’esperienza?
Tantissimo, soprattutto amministrativamente, accumulando l’esperienza senza la quale oggi non potrei propormi come primo cittadino. Ho compreso la fatica di lavorare nel contesto pubblico, quanto sia difficile e quanta attenzione occorra nel portare a compimento i processi amministrativi, come sia complesso gestire la macchina comunale. Un’esperienza che mi ha insegnato tantissimo e che non rinnego.

Ma poi andasti via sbattendo la porta, dimettendoti. Perché?
Il motivo del mio abbandono risiede nel contesto politico in cui quell’amministrazione si doveva barcamenare. Infatti, trovavo spesso ostacoli nel realizzare azioni utili per la città e nel focalizzare le energie verso l’azione amministrativa, la manutenzione di scuole e strade, la ricerca di modalità di sviluppo per le strutture comunali da valorizzare. Non lesinai mai di esprimere il mio dissenso, al punto che qualche consigliere comunale cominciò a chiamarmi “assessore dell’opposizione”, come se esprimere le proprie idee fosse un qualcosa da non poter fare in una maggioranza politica. Quel consiglio comunale era molto complesso, pieno di personalità forti, le quali, forse, cominciarono a pensare che quel manipolo di giovani, con la loro capacità ed il loro entusiasmo, fosse ingombrante. Infatti, convinto che ogni cosa si possa portare avanti ragionando in squadra, dividendo sforzi, successi e delusioni, chiesi un supporto a Martino, Giuseppe e Carmine Sica per affrontare quella impegnativa ed affascinante avventura. Imparammo tutti tantissimo e raggiungemmo anche ottimi risultati, rapportati al solo anno di impegno: la sala prove comunale, il piano di efficientamento energetico per gli immobili comunali, la modifica dello statuto per l’acqua pubblica, la sperimentazione, proposta dall’associazione Mariarosa, delle fototrappole per combattere le discariche abusive, l’uso di una app per le segnalazioni dei cittadini. Inoltre, tentammo di creare un automatismo negli uffici affinché l’ordinaria manutenzione fosse tale e non spacciata per qualcosa di inconsueto: penso alla pulizia e riparazione delle strade, alla pulizia delle caditoie, alla gestione del verde urbano, alla manutenzione delle scuole. Quest’ultimo aspetto mi stava particolarmente a cuore, perché pensavo alla tranquillità che ogni genitore deve avere quando affida i propri figli ad una struttura pubblica. A differenza dell’attuale amministrazione, questi compiti non erano motivo di vanto o di affissione di manifesti in città, dovendo far parte del mio dovere da amministratore. Tuttavia, nonostante la passione profusa e l’orgoglio forte di rivestire questo incarico, decisi a malincuore di lasciare poiché non ritenevo dignitoso per me e rispettoso per la città restare solo per mantenere un incarico.

[Nella prossima intervista Maurizio Mirra parlerà di Civica Mente e della sua proposta per la città]

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13 febbraio 2021 – © Riproduzione riservata

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