Mattia Boninfante campione europeo under 18

[di Antonio Abate]

Si fa presto a identificare come “figlio d’arte” un ragazzo che, nato da genitori famosi in una determinata arte o disciplina, fin dall’inizio della sua carriera sembra confermare quanto di buono fatto dal padre o dalla madre. Molto spesso, complici le pressioni esterne ma anche le aspettative familiari, questi ragazzi non riescono ad emergere, condannati a portare un cognome pesante per tutto il resto della loro carriera. Questo non sembra però essere il caso di Mattia Boninfante, pallavolista figlio d’arte, che lo scorso 13 settembre si è laureato a Lecce campione d’Europa con la nazionale italiana under 18 di volley. Un percorso netto, quello degli Azzurri, che fin dalle prime battute hanno vinto contro compagini molto più quotate.
La convocazione in Nazionale di Mattia, figlio di quel Dante che nel 2012 conquistò la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra sempre nel volley, parte da lontano. L’amore per la pallavolo nasce da piccolo, verso gli otto anni: «La mia passione per la è nata dopo aver inizialmente praticato il calcio – ricorda il giovane pallavolistama dopo circa un anno ho capito che il volley sarebbe stata la mia strada. Avevo otto anni quando ho cominciato nelle under 12 di Treviso, confrontandomi con ragazzi più grandi»
Dopo anni di sacrifici e ottime prestazioni, la tanto agognata convocazione: «La convocazione è arrivata a marzo, durante la quarantena. La Federazione ci ha seguito via web con allenamenti a distanza, poi a metà giugno sono stato tra i diciotto convocati per il ritiro di Lecce. È stato bello e gratificante perché è stato il frutto di tanti anni di lavoro».
La Nazionale italiana ha infatti ben figurato fin dalle prime battute, conquistando il titolo in casa, seppur senza il supporto del pubblico a causa delle norme anti-covid: «Vincere è stato stupendo. Abbiamo passato due mesi di allenamento davvero intensi, è stato il coronamento del nostro lavoro e dei nostri sacrifici. Non nascondo che abbiamo puntato alla vittoria fin dalle prime battute degli Europei, anche perché abbiamo disputato ottime prestazioni nelle prime gare, vincendo al tie-break anche con sestetti molto più quotati. Pian piano abbiamo acquistato consapevolezza nei nostri mezzi».
Messa alle spalle la vittoria, Mattia Boninfante già pensa alla prossima stagione con Treviso: «Ora ripartiamo con la regular season. Ci sono tanti obiettivi da raggiungere: il più grande sarebbe vincere lo scudetto, ma anche il Trofeo delle Regioni e, a fine stagione, ci sarebbe anche il Mondiale. Voglio guadagnarmi la qualificazione disputando delle prestazioni di spessore, impegnandomi al massimo delle mie possibilità»
Mattia ha dunque le idee chiare, confermando una determinazione unica e senza subire pressioni da parte del padre Dante, conscio di dover lasciare al figlio i propri spazi per crescere e migliorare: «Non voglio influenzarlo nelle sue scelte– ha infatti sottolineato il papà – Ora che sono genitore so però quanti sacrifici ci vogliono. Per questo vorrei ringraziare i miei genitori, Antonio (indimenticato pallavolista anche lui) e Mariagrazia, che mi hanno sempre seguito e mi consentirono di giocare a Treviso, a 800 chilometri da Battipaglia, quando avevo 14 anni. Da padre, ora posso capire i loro sacrifici. A Mattia non ho mai messo pressione, si è guadagnato tutto con il suo lavoro e la sua caparbietà». Una caparbietà che, speriamo, possa consentirgli di diventare un astro della pallavolo nazionale come è stato il suo papà.

Nella foto: Mattia Boninfante

3 ottobre 2020 – © Riproduzione riservata

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