Mare, stagione difficile

[di Stefania Battista]

Una stagione anomala, iniziata con un mese di ritardo. E sui quattro chilometri di costa battipagliese la differenza si vede. Nonostante il caldo ed il sole le spiagge non sono affollate. Almeno nei giorni feriali. La perdita, stimata più o meno da tutti a questo punto della stagione, oscilla intorno al 30 per cento. 
Mentre si destreggia con il termometro che punta sui clienti in arrivo, Alessandro Falivene, membro della famiglia che gestisce Riviera Spineta, sorride: «È tutto strano, ma contro ogni pronostico sta andando abbastanza bene. Soprattutto nei fine settimana. Le domeniche sono piene. Non vengono più senza prenotare. Sanno che rischiano di non trovare posto. Agli inizi di giugno avevamo più interrogativi che risposte. C’era solo da guardare sconsolati il mare che era meraviglioso. Ora comincia a vedersi il movimento». Nonostante il distanziamento in questo stabilimento che ha una spiaggia molto vasta sono riusciti a montare 200 ombrelloni. Altrove, con concessioni di minore ampiezza, la perdita è maggiore.
Il piccolo tratto di spiaggia libera incastonato accanto al lido ospita una decina di ombrelloni, piantati in prossimità dei pali in castagno che il Comune ha installato per indicare le distanze. Ma alle spalle della sabbia accanto alle auto si notano i soliti mucchi di immondizia. Come nel tratto più arretrato dell’arenile pubblico.
Altro lido “storico” della costa battipagliese è il Miramare, gestito dalla famiglia Domini dal 1976. «Ci troviamo con un mese arretrato – spiega Umberto Domini – Fino a qualche giorno fa c’è stato una sorta di freno psicologico dovuto all’emergenza pandemia. Nessuno ha prenotato in anticipo. Ora si comincia a vedere qualcosa, soprattutto la domenica. In più l’acqua del mare nella prima settimana di luglio è stata inguardabile. Mi auguro solo che non si riproponga il problema delle alghe. Comunque secondo me tanti sono in difficoltà economiche, oppure hanno consumato gran parte delle ferie durante la pandemia. Poi abbiamo dovuto diminuire i posti per rispettare il protocollo di sicurezza. Insomma la perdita finora è di circa il 30 per cento. Ma i conti li faremo alla fine».
Anche il protocollo di sicurezza, se applicato in maniera corretta, diventa disincentivante per i bagnanti. «Ogni volta che un cliente o anche un bambino si sposta da un’area all’altra dobbiamo misurare di nuovo la temperatura. Qualcuno ci guarda seccato – sospira Domini – ma sanno che è per sicurezza. Ora ogni ombrellone può essere utilizzato solo da 5 persone, sempre le stesse. Anche per i lettini in piscina una volta assegnati restano quelli. E ci siamo dovuti fermare a 120, altrimenti non potremmo mantenere le distanze». 
Ma luglio è iniziato col mare color fango e questo ha pregiudicato ulteriormente la stagione. Ora sembra vada meglio. Ce ne parla il titolare del Virgin Beach, una delle ex piattaforme del Pit Bat, Michele Iuliano. «C’era stato un guasto al collettore del depuratore, perciò l’acqua era sporchissima. Ora va meglio. Ma certo la stagione sarà in perdita. Il nostro è uno stabilimento piccolo e con le distanze abbiamo perso 120 lettini». Ai gestori delle tre piattaforme rimaste il Comune ha affidato, oltre alla pulizia dei tratti liberi di arenile tra uno stabilimento balneare e l’altro, la gestione dei parcheggi, da cui dovrebbero ricavare il corrispettivo per i servizi in più. 

Nella foto: un tratto di spiaggia libera battipagliese

11 luglio 2020 – © Riproduzione riservata

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