Maggioranza, litigi e separazioni

Sono i giorni più difficili per l’amministrazione di Cecilia Francese. Le dimissioni di Di Cunzolo infiammano ancor di più un gruppo in fibrillazione 

Parolacce, dimissioni, querele, like, social. Sono le parole chiave della politica 2.0: quella battipagliese, quella portata avanti a colpi di like e post, ma pure con i “vaffa” e i “pezzo di m…”, e coi documenti segreti per modo di dire, perché poi, di fatto, travalicano quasi sempre le stanze del potere.

La nota consiliare
È il 23 febbraio, quando Valerio Longo, consigliere comunale di Forza Italia, scrive una lettera indirizzata all’amministrazione: al sindaco, Cecilia Francese, si chiede un cambio di passo, un potenziamento della comunicazione tra la giunta e gli eletti e un maggior coinvolgimento del civico consesso nel governo della città e nelle scelte ad esso connesse. Ci si lamenta anche d’una Battipaglia in cui si vocifera «che il Comune pare ancora commissariato», a causa del peso di sovraordinati prefettizi, assessori tecnici e dirigenti comunali. Una nota che sarebbe stata sottoscritta pure da molti consiglieri di maggioranza, che volevano, ad ogni modo, che rimanesse segreta. Eppure, il 27 febbraio, gli organi di stampa ne danno notizia. La prima cittadina prova a smorzare i toni: «Il documento va letto positivamente – dice – e chi spera in spaccature resterà deluso». Un mantra, quello della maggioranza compatta, che la Francese ripeterà più volte nel corso dei giorni più difficili per l’amministrazione.

Di Cunzolo: «Forte dissenso con Gioia»
Eppure, a cogliere di sorpresa il sindaco è Bruno Di Cunzolo, il coordinatore della coalizione di maggioranza, che in sostanza avalla la nota consiliare, denuncia un «forte dissenso con l’assessore Michele Gioia» e parla di «qualche assessore abituato a logiche politiche diverse e provenienti da scuole politiche degeneri». Diversi i punti di disaccordo con il referente di zona di Fratelli d’Italia, con uno scontro acceso scoppiato nei giorni del Carnevale, quando, nel gruppo Whatsapp della maggioranza, l’architetto ha inviato uno screenshot con un commento di Gioia su Facebook da cui è nato un malinteso, con l’assessore che ha usato parolacce contro il coordinatore. Il primo marzo, allora, all’architetto ribatte il vicesindaco Ugo Tozzi: «Gioia sta lavorando bene – spiega – e nei prossimi giorni incontrerò Di Cunzolo e i capigruppo consiliari per comprendere le motivazioni del malcontento».

Lo strappo e i “vaffa”
Quel mercoledì sarà lunghissimo: a sera, infatti, c’è una riunione di maggioranza. Si parla del bilancio preventivo, che a breve dovrà essere approvato in consiglio. Non appena sindaco, vicesindaco, assessori e consiglieri si accomodano nella sede di “Etica”, a piazza Aldo Moro, Di Cunzolo spiega di dover fare una comunicazione. Lui, che di quel movimento s’era definito l’ideologo, non varca nemmeno la soglia. Rimane sulla porta, come a voler marcare un distacco. «Parteciperò alla riunione solo per spiegarvi perché non posso più convivere con voi. Io non convivo con la cultura della camorra». Il coordinatore si dimette. Lo fa perché ritiene «inqualificabile il silenzio sui gravissimi episodi minacciosi di avvertimento camorristico che hanno colpito la capostaff». Adriana Esposito, nel pomeriggio, s’era recata al Commissariato per sporgere querela contro ignoti per alcuni atti di vandalismo ai danni della sua autovettura. Querela contro ignoti, ma la capostaff ha dichiarato ai carabinieri pure di sentirsi vittima di stalking da parte di Carlo Zara, annunciando una denuncia contro il presidente di Battipaglia Nostra, che però, poi, adirà le vie legali per accusarla di calunnia, visto che, nei giorni degli episodi, lui non sarebbe stato in città.
Torniamo a Di Cunzolo: nella nota di dimissioni, ad ogni modo, l’ormai ex coordinatore accusa alcune persone interne alla maggioranza di avallare le azioni di Gerardo Motta e degli oppositori, facendo un vero e proprio elenco dei battipagliesi che, sui social, avrebbero postato o messo “like” a contenuti di dissenso nei confronti dell’amministrazione. Tre dei citati, Paola Contursi, Stefania Greco e Anna Perla, poi quereleranno sia Di Cunzolo che la Francese. E poi, nella lettera, le parole più dure sono rivolte a Tozzi, al quale l’architetto contesta l’ipocrisia nell’essersi schierato dalla parte di Gioia: un “vaffa” al vicesindaco, che poi, il giorno dopo dirà di non poter fare fori nella barca che lo ospita. E l’architetto, che rimane fermo sulla sua posizione, controbatterà: «Pensi ai fori che ha fatto lui…». La Esposito parla di serie riflessioni, da fare in futuro, sul proprio incarico da capostaff: «Sempre basato sulla lealtà, e se questa dovesse venire meno, ci penserei su seriamente…». Gioia non risponderà: «Sono fatti personali». E Di Cunzolo: «Qualcuno ha messo le telecamere in lavanderia, quindi i panni sporchi non vanno più lavati in famiglia…».

Critiche e mani tese
Dall’opposizione, critiche per quanto accaduto. Da un lato, c’è chi, come Gerardo Motta, chiede alla sindaca di rimettere responsabilmente il mandato nelle mani dei cittadini, dall’altro chi, come Egidio Mirra, dice che l’amministrazione è troppo giovane per cadere, ma pure troppo immobile per continuare così. E tende una mano, affinché la Francese governi la città. Una Battipaglia dilaniata da vaffa, social e querele.

Nelle foto: l’assesore Michele Gioia, Carlo Zara con Cecilia Francee (foto R. Busillo), Ugo tozzi

 10 marzo 2017 – © Riproduzione riservata
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