L’undicesimo racconto

[di Francesco Bonito]

Sono passati meno di due mesi dal giorno in cui ho telefonato al primo della mia lista. Mi sono detto: “ne parlo prima con Fausto che è abituato a ponderare ogni scelta e che non si farà scrupolo di rifiutare; se accetta vuol dire che la mia idea non è così peregrina”. L’adesione entusiasta e incondizionata del primo ha accelerato i contatti con gli altri. Nel giro di pochi giorni ho incontrato altri sei “prescelti” e ho parlato al telefono con i quattro fuori sede: una a Napoli, due al nord e uno in Inghilterra. Risultato: dieci sì e un “ci penso”. Dopo tre giorni quel “ci penso” è diventato un “non credo di farcela”. Ma a fare cosa? Si starà chiedendo chi mi ha seguito fin qui.

La mia proposta era semplice a dirsi, un po’ meno a farsi. Volevo pubblicare un libro che raccogliesse una decina di racconti brevi ambientati a Battipaglia – o nei quali il protagonista avesse un legame con la nostra città – tutti scritti per l’occasione da autori battipagliesi. Trenta giorni per consegnare i manoscritti, al resto avrei pensato io. Facile a dirsi, non così facile a farsi, appunto.

Col passare dei giorni, mentre ero impegnato a compiere gli innumerevoli passi che separano la partenza dal traguardo, nel mio caso l’idea dalla pubblicazione del libro, mi accorgevo che più della meta mi appassionava il viaggio (come quasi sempre). Sentire e incontrare i dieci autori, sei dei quali esordienti, condividere l’entusiasmo o i dubbi, dare e ricevere consigli, riconoscere il loro “sguardo” su Battipaglia, mi confermava che stavamo diventando una squadra e che potevamo raggiungere quel risultato che appariva sempre più alla nostra portata. Confesso che è stato molto divertente e stimolante impegnarsi insieme per superare questa sfida. 

Ho scoperto che tutti noi, anche se con sfumature differenti, sentivamo forte il legame con questo contraddittorio paese, nel quale in tanti sono arrivati da altrove e dal quale, purtroppo, negli ultimi anni tantissimi sono stati costretti ad andare via. Non è un caso che il sottotitolo del libro sia: storie che passano da Battipaglia. Passano, l’attraversano, vengono deviate da Battipaglia le storie dei protagonisti dei dieci racconti, come a volte è accaduto anche alle vite degli autori. 

Mentre scrivo questo che non è altro che l’undicesimo racconto, il libro è in stampa. So cosa c’è dietro; conosco bene quelli che lo hanno scritto; conosco le ragioni che ci hanno spinto a farlo. Ringrazio Lucio, Kathia, Vincenzo, Iole, Maurizio, Ornella, Umberto, Ernesto, Simone, Fausto. Oltre a loro devo dire grazie a Battipaglia che ci ha messi insieme.

19 novembre 2022 – © riproduzione riservata

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