Leggendo Primo Levi

[di Antonietta Di Genova]

Questo mese il nostro circolo I Libronauti ha scelto di leggere, in omaggio al progetto portato avanti con altre 26 associazioni (Primo Levi e Battipaglia) un libro di questo magnifico autore, intitolato I sommersi e i salvati. Tale scelta cade inoltre nel mese in cui si celebra la Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale, finalizzata a commemorare le vittime dell’Olocausto. Venendo all’opera, è interessante constatare come la stessa, rientri a dire dei maggiori esperti, tra i libri da non perdere e da leggere assolutamente almeno una volta nella vita. Infatti, I sommersi e i salvati fa parte di quelle opere da connotarsi come patrimonio dell’umanità. Ma chi sono i sommersi e chi i salvati? Come vanno individuati? Queste domande danno la stura all’indagine-testimonianza di Primo Levi, non semplicistica, non scontata e che mette a riflettere non solo dinanzi all’Olocausto ma sul genere umano tutto. Levi indaga le zone grigie dell’animo umano, la vergogna di coloro che si sono salvati dall’Olocausto, l’incapacità di godere realmente della liberazione, perché da un’esperienza come quella dei lager non si può fuggire e non solamente in senso fisico e materiale (come anche ci spiega bene: perché non siete fuggiti? Chi vi ha impedito di cercare un rifugio prima di essere deportati?) ma soprattutto in senso metaforico, in quanto la vita concentrazionaria era un ritorno al bruto stato animale, dove l’hobbesiano homo homini lupus prevale, impossibile da eliminare dalla propria memoria
Un libro da leggere tutto d’un fiato? Assolutamente no! È un libro che ti attraversa il cuore, l’animo, l’intelletto e ti porta a riflettere; dove sottolinei ogni singolo rigo e cerchi la parola pensando che sia quella chiave, ma la chiave vera non è unica, non esiste. Le cose che mi hanno colpito di quest’opera sono molte. Innanzitutto una testimonianza diversa dal solito, dove non si parla solo dei fatti, ma si indaga sulle cause, sui perché e sui comportamenti umani all’interno dei lager e fuori: una sorta di indagine sociologica. Questa definizione mi porta al secondo aspetto importante: mutatis mutandis, restando ovviamente l’Olocausto un evento unico (speriamo) ed eccezionalmente negativo nel suo genere, tutte le informazioni che possiamo cogliere nel libro, rappresentano un utile vademecum per le future generazioni. È lo stesso Levi a sostenere infatti che è molto difficile che un fenomeno simile si ripeta, ma non impossibile e a ragion di ciò richiama eventi successivi e recenti: ecco perché è un obbligo morale ricordare! Un libro da non perdere! 

30 gennaio 2021 – Riproduzione riservata

Facebooktwittermail