Le rose e le spine

[di Francesco Bonito]

Escludendo Salerno, credo ci sia una sola città in provincia con tre grandi giardini pubblici: Battipaglia. Sono belli, abbastanza curati e tutti nel centro cittadino, rappresentano uno spazio ideale per trascorrere delle ore serene all’aria aperta, vista la presenza anche di campetti sportivi. Proprio su quest’ultimi vorrei soffermarmi, in questa breve riflessione. Il playground della Villa comunale in via Clarizia (io la chiamo Villa Battipede e i lettori sanno perché) è stato recentemente rifatto dal Comune e ogni giorno è ben frequentato da sportivi di tutte le età. Non si può dire altrettanto del campo di calcetto all’interno della Villa comunale di Taverna (io la chiamo Villa delle Rose e i lettori sanno perché) che nel corso del tempo si è inevitabilmente rovinato, come tutte le cose che vengono usate; per rimanere fruibile avrebbe avuto bisogno di una manutenzione periodica. Con rammarico, devo osservare e raccontare che da mesi versa nelle condizioni che si intuiscono guardando la foto in copertina: non più presenti le porte da calcio, pericolosamente danneggiata la recinzione perimetrica. Una situazione di abbandono che mortifica il luogo e impedisce l’uso del campetto. Un monumento al degrado proprio al centro del parco, un’immagine stridente rispetto alla bellezza che circonda quel rettangolo verde e malandato. Infatti, tutt’intorno, si possono ammirare centinaia di rose, bellissime e profumate, frutto del commovente impegno biennale di un encomiabile gruppo di battipagliesi capeggiato da Simona Otranto (andatele a vedere, sono uno spettacolo!). 

Sappiamo bene che il Comune di Battipaglia ha ottenuto un finanziamento cospicuo per i playground cittadini, e siamo certi che è già in programma fra mesi (o anni?) il rifacimento anche di quel campo di calcetto. Ma questo programma a lungo termine non può giustificare l’assenza di una manutenzione doverosa e non particolarmente onerosa. Si tratta di rimontare 2 porte e di riparare o sostituire la recinzione. Un’amministrazione comunale deve saper finanziare, appaltare e realizzare nuove opere; ma guai se dimentica la manutenzione di quei beni che si chiamano pubblici perché devono essere fruibili da tutti i cittadini. 

Facebooktwittermail