Le relazioni tossiche

[di Daniela Landi – psicologa]

Osservando il grande seguito dei siti internet che trattano l’argomento delle relazioni tossiche, si può dedurre che si tratta di un fenomeno, purtroppo, molto diffuso. Complice una società di individui sempre più proiettati su se stessi e gratificati nel loro narcisismo dallo specchio dei social, le relazioni affettive risentono spesso di meccanismi manipolatori finalizzati a sentirsi confermati nel potere sugli altri. Alcuni studi stimano che il tratto narcisista sia in aumento e, pertanto, a tanti può capitare di incontrare queste persone in contesti affettivi e professionali. Se, da un lato, è necessario comprendere che si sono costruiti un falso sé per proteggersi da eventi della loro infanzia che hanno impedito lo sviluppo di un vero e sano sé, dall’altro, occorre riconoscerli per gestire queste relazioni che possono diventare difficili e dannose. 

Brevemente, si distinguono alcuni comportamenti tipici di questi individui narcisisti che si basano essenzialmente sull’esercizio di potere e bisogno di controllo nelle relazioni. Attraverso una sorta di manipolazione mentale (gaslighting), queste persone mettono in dubbio la percezione della realtà di chi subisce le loro condotte, accusandole di immaginazione e definendo patologiche le emozioni conseguenti. L’impatto di un comportamento non rispettoso viene ridimensionato per convincere che è stato equivocato. Con il silenzio o l’allontanamento (ghosting), costoro interrompono la possibilità di comunicare, evitano un confronto con l’altro, che resta solo, senza risposte e a volte sentendosi addirittura in colpa senza che possa capire cosa abbia fatto. Dopo un iniziale periodo di idealizzazione (love bombing), possono ricorrere alla critica e alla svalutazione con cui diminuiscono l’autostima della vittima e, persino con dei complimenti fintamente accoglienti, sono capaci di offendere. Quando si sentono scoperti nelle loro provocazioni, dicono che stavano scherzando.

Spesso mentono, su questioni importanti o futili, inducendo l’altra persona a fare scelte e prendere decisioni sulla base di quello che raccontano piuttosto che sulla realtà. Nei casi in cui hanno la gestione finanziaria nella relazione, possono rifiutarsi di collaborare economicamente per creare dipendenza e, attraverso comportamenti controllanti, possono isolare e indebolire l’altro. 

Quando la vittima tenta di sottrarsi, possono anche condividere dei loro vissuti difficili per indurre tenerezza nei loro confronti, ripristinare il contatto e trattenerla nel ciclo dell’abuso che, quando reiterato nel tempo, la può esporre a un danno fisico ed emozionale per la sua salute.

Uscire da questi circuiti molesti può essere difficile. Individuare se si è coinvolti in simili dinamiche è il primo passo a cui devono seguire delle strategie di rafforzamento. È indispensabile occuparsi di sé: riconoscendo i propri bisogni, curando le ferite interiori, recuperando i valori personali, dedicandosi a quelle attività che danno gioia e autonomia. Quando necessario, è utile rivolgersi a psicoterapeuti specializzati nel trattamento delle relazioni tossiche.

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