Le proiezioni nelle relazioni d’amore

[di Daniela Landi – Psicologa]

Sin da bambini siamo stati educati, anche dalle favole, all’incontro affettivo, alla possibilità di incontrare un’altra persona, di innamorarci, di vivere poi insieme felici e contenti. Crescendo, comprendiamo che per costruire una relazione occorre un impegno che implica responsabilità, disciplina, dovere, capacità di comunicazione con l’altro. La relazione è un aspetto fondamentale della vita e i rapporti affettivi possono essere necessari per la crescita e la comprensione di noi stessi come individui. Come vedendoci in uno specchio abbiamo la possibilità di conoscere il nostro aspetto, nel confronto con un’altra persona abbiamo la possibilità di conoscerci interiormente. 

Tutti noi abbiamo un’idea di noi stessi, di quello che ci piace, delle nostre qualità e, con un poco di autocritica, dei nostri difetti, ma quando chiediamo un riscontro alle persone che ci sono vicine, possono apparire tratti del carattere dei quali siamo inconsapevoli. Questo accade perché ciascuno è portato a vedersi attraverso delle lenti molto personali, mentre l’essere umano può contenere dentro di sé molto più di quanto è accessibile alla sua consapevolezza. Un meccanismo importante che ci permette di conoscere qualche aspetto della nostra psiche è quello della proiezione. Come al cinema si può vedere proiettato un film su uno schermo, così un individuo può proiettare su un altro qualche aspetto di sé, reagendo ai suoi comportamenti come se questi appartenessero solo all’altro, senza capire, invece, che la loro fonte è dentro di sé. Nell’incontro con un’altra persona questo meccanismo si attiva ogni volta che abbiamo una forte reazione emotiva, istintiva e irrazionale. Persone che ci sono simpatiche o antipatiche, che ci provocano dei disagi o di cui ci innamoriamo, potrebbero essere un mezzo attraverso il quale proiettiamo aspetti sgradevoli di noi, poiché può essere penoso riscontrare che ci appartengono, oppure proiettiamo qualità che ci piacerebbe possedere.

Come ha scritto Jung: “Tutto ciò che è inconscio in noi stessi, lo scopriamo nel nostro prossimo, che trattiamo di conseguenza”. Pur non essendo responsabili dell’inconscio, abbiamo la responsabilità di cercare di conoscerlo un poco, per quanto ci è possibile, per far rientrare le nostre proiezioni che non sono altro che un meccanismo di difesa che può condizionare la relazione con l’altro. Attraverso l’indagine sulle nostre emozioni, su quelle reazioni istintive risvegliate in noi dal comportamento dell’altro, possiamo riappropriarci di aspetti di noi stessi che non avevamo considerato e smetterla di chiedere, a volte alla persona che amiamo, di interpretarli al posto nostro. 

Nel momento in cui ritiriamo le proiezioni possiamo sviluppare delle relazioni affettive sane e costruttive, percepire i nostri sentimenti e guardare l’altra persona in modo differente: questo passaggio psicologico può portare anche a un distacco, in conseguenza di quanto si comprende, oppure a un amore più autentico, libero e profondo. 

30 luglio 2022 – © riproduzione riservata

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