Le ferite dei non amati

[di Daniela Landi – psicologa]

Nel libro dello psicologo analitico Peter Schellenbaum, La ferita dei non amati, l’autore affronta il tema di coloro che, nei primi anni di vita, hanno subito una mancanza di riconoscimento emotivo e carenze affettive, e si sono adattati alle aspettative dei genitori per essere accettati, per evitare il rifiuto o di provare sentimenti di inadeguatezza. Il titolo fa riferimento a una ferita invisibile ma profonda, vissuta da chi, pur essendo stato accudito materialmente, non si è mai sentito veramente visto, riconosciuto e amato.

Come spiega anche la psicoanalista Alice Miller nel libro Il dramma del bambino dotato, dove dotato non indica un particolare talento, ma una particolare sensibilità e ricettività ai bisogni dei genitori, il figlio, sin dalla nascita, comprende presto cosa ci si aspetta da lui o lei e si adatta, reprimendo i propri bisogni emotivi per ottenere amore e approvazione. Pur di sentirsi accolto e protetto, anche per ragioni di sopravvivenza, diventa ciò che gli altri vogliono, reprimendo il dolore e i desideri autentici, creando un distacco dalla propria identità profonda e costruendo un falso Sé.

Il concetto di falso Sé riguarda una presentazione e percezione alterata, modellata per conformarsi alle aspettative dei genitori e dell’ambiente esterno, che non corrisponde alla propria vera essenza. Questo adattamento difensivo implica il sacrificio della propria autenticità, nascondendo quelle parti che potrebbero non essere accettate, come la rabbia, la tristezza, la vulnerabilità e i desideri. L’energia psichica non vissuta si accumula e, da adulti, può manifestarsi con un senso di vuoto ed estraneità a sé stessi, ansia esistenziale, depressione e difficoltà a costruire relazioni autentiche.

Spesso i genitori non sono consapevoli del danno che possono causare ai figli; anche loro portano ferite emotive irrisolte e, inconsapevolmente, li possono utilizzare per colmare i propri vuoti o realizzare ambizioni personali. Quel bambino, sensibile e intuitivo, cerca allora di soddisfare le esigenze dei genitori e, per sentirsi approvato e ricevere amore, tenta di diventare ciò che loro desiderano. Le emozioni rimosse possono restare nascoste nell’inconscio personale e agire sabotando la vita dell’individuo.

Come guarire dal dolore della mancanza di riconoscimento e accettazione? Come recuperare il vero Sé? Occorre comprendere il proprio passato, elaborare il lutto per ciò che è stato perduto e ritrovare la propria integrità e autenticità per rompere i cicli di sofferenza. Per chi proviene da famiglie disfunzionali o da nuclei con dinamiche relazionali complesse, può essere necessario il supporto della psicoterapia. L’ascolto empatico, praticato dal terapeuta come testimone consapevole, sostiene il paziente nell’espressione delle verità nascoste della sua infanzia, rivelando quei sentimenti repressi e negati, offrendo uno spazio in cui le emozioni possono essere legittimate e comprese. Solo dopo aver curato il significato profondo del proprio dolore, è possibile gestire le conseguenze del passato e vivere una vita più realizzata.

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