L’asparago
[di Simona Otranto – erborista]
L’asparago, Asparagus officinalis L., è una pianta erbacea molto comune e diffusa appartenente alla famiglia delle Asparagaceae. Il genere è facilmente riconoscibile: il fogliame è caratterizzato da rami modificati detti cladodi aghiformi, mentre le vere e proprie foglie sono ridotte a scaglie. Le radici si presentano ingrossate e carnose e mostrano un corto rizoma dal quale, in primavera, si sviluppano dei giovani germogli detti turioni, la parte della pianta che apprezziamo in cucina. L’asparago, infatti, viene raccolto (e coltivato) prevalentemente a scopo alimentare: è una delle 20 colture orticole più importanti del mondo. Si producono sia germogli verdi che bianchi. Questi ultimi vengono allevati all’interno del terreno senza vedere mai luce. Di fatto si impedisce la fotosintesi e la produzione di clorofilla. Vengono coltivati in quasi tutte le aree del mondo: le regioni di produzione più grandi sono Cina, Europa occidentale, Nord America e Perù. Allo stato selvatico i turioni non recisi si sviluppano in fusti molto ramificati alti finanche a 1,5-2 metri!
L’asparago ha importanti proprietà diuretiche. La droga vera e propria, ossia la parte contenente principi attivi e utilizzata in medicina fin dall’antichità, è costituita dalle radici raccolte quando la pianta è in stato di riposo vegetativo, generalmente in autunno. Si rimuove la terra e con l’ausilio di un coltello si recidono di non oltre un quarto affinché la pianta possa continuare a vegetare. Così raccolte si lavano, si tagliano in pezzi lunghi pochi centimetri, si spaccano in due in senso longitudinale e si essiccano al sole.
I decotti o gli estratti delle radici della pianta sono utili in tutti i casi di ritenzione idrica e hanno un’efficacia decisamente superiore rispetto alle sole cime dei turioni, anch’esse attive. Tali preparazioni sono utile anche nei regimi dimagranti.
A titolo di curiosità… con le radici di asparago, un tempo, si preparava un antico rimedio tradizionale ad azione fortemente diuretica: lo sciroppo delle cinque radici. Le piante complementari in parti uguali erano il finocchio, il prezzemolo, il sedano, il rusco.
I componenti attivi principali sono: l’asparagina, glucosidi, tannini, sali di potassio, vitamina A e, in parte minore, vitamine B e C. Sono contenuti vari composti fitochimici come polisaccaridi, polifenoli, antociani e saponine, che hanno mostrato effetti antitumorali, antiossidanti, immunomodulatori, ipoglicemizzanti, antipertensivi e antiepilettici in recenti studi in vitro e in vivo. Tuttavia, la presenza di sostanze azotate, impone cautela di utilizzo in caso di infiammazioni alle vie urinarie, in presenza di calcoli renali, di gotta e nei diabetici.
4 maggio 2024 – © riproduzione riservata