L’argilla, rimedio miracoloso
[di Simona Otranto, erborista]
Nel Vangelo di san Giovanni si racconta che Gesù, percorrendo una strada, incontra un uomo cieco fin dalla nascita. “Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, per il fatto che è nato cieco?” gli domandano i suoi discepoli. Gesù risponde: “Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma è perché le opere di Dio si manifestino in lui”, “Finché io sono nel mondo, io sono la luce del mondo!”. Detto questo, secondo Giovanni, Gesù sputò a terra, fece del fango con la saliva, lo prese e ne coprì gli occhi dell’uomo. Poi gli disse: “Va a lavarti alla piscina di Siloe”. Così fece. Andò, si lavò e tornò che vedeva. Era guarito.
L’uso dell’argilla come medicamento trova origine storica probabilmente proprio in questo passo del Vangelo. È utilizzata da secoli in tutte le parti del mondo, sia come medicina che come alimento fino. Dioscoride descrive vari tipi di “terra” usata anche come antidoto sui morsi dei serpenti.
Poi la nascita della moderna farmacologia, il declino e l’oblio. Eppure l’uso terapeutico dell’argilla non è stato mai del tutto abbandonato. Chi la sperimenta non può che testimoniarne l’efficacia, nonostante la scienza non ne abbia ancora spiegato il meccanismo d’azione.
Esistono vari tipi di argille: verde, bianca, gialla, rossa, nera etc. La più comune e utilizzata è sicuramente quella verde fine. Garanzia di efficacia e di qualità è che sia raccolta in profondità ed essiccata al sole. L’effetto principale dell’argilla sta nella sua capacità di assorbimento, nel potere di “tirare fuori”. Ha inoltre la caratteristica di irradiare continuamente energia.
L’uso esterno dell’argilla oggi avviene principalmente attraverso impacchi e cataplasmi per il trattamento di lussazioni, distorsioni, contusioni, ecchimosi, dolori, infiammazioni, ascessi, suppurazioni, gonfiori, eczemi, lievi scottature, pruriti. Valido rimedio anche contro emorroidi, gotta, acne, tradizionalmente è stata impiegata sotto forma di impacchi su ogni parte del corpo (sulla fronte per sinusiti e mal di testa, sulle guance per il mal di denti, sugli occhi, sulle orecchie).
Anche per uso interno è stata largamente utilizzata per la sua capacità di assorbire gas e tossine nonché per l’alto contenuto di sali minerali. L’acqua argillosa risulta essere un ottimo collutorio e la pasta oleosa un ottimo dentifricio naturale.
La si può usare sotto forma di cataplasmi, compresse o impiastri, preparati con l’aggiunta di acqua. Per cataplasmi s’intende uno spesso strato applicato a freddodirettamente sulla parte da trattare, servendosi dell’ausilio di uno strato di garza. Importante è che sia sempre utilizzata a freddo. Sono da evitare contenitori e utensili di metallo per la preparazione. Tali cataplasmi, a seconda della gravità del problema, vanno protratti per un’ora e ripetuti più volte nella giornata, anche per più giorni. Per problematiche della pelle superficiali può essere usata attraverso fasciature, bendaggi, frizioni ed applicazioni di salviette imbevute di acqua argillosa. Ancora, possono essere fatti bagni di fango. Gli antichi asserivano che fosse di grande beneficio per le malattie nervose, dormire nudi nell’argilla coperti solo da un panno di lana.
Concludo con una frase di Ippocrate: “Non ci si deve vergognare di prendere in prestito dal popolo ciò che può essere utile all’arte di guarire”.
22 novembre 2019 – © Riproduzione riservata