L’albero di Enzo

[di Francesco Bonito]

È stata una mattina densa di emozioni quella dell’ultimo giorno dell’anno.
Nell’angolo nord di piazza Aldo Moro era riunito un folto gruppo di persone, alcune amiche da tanti anni, altre che si incontravano per la prima volta. Tutte con un “valore” in comune: l’amicizia con Enzo Faenza. Il cedro a lui dedicato, piantato mesi fa grazie alla caparbietà di Simona Otranto e alla disponibilità di Cecilia Francese, ha ricevuto il battesimo, ha ereditato un nome. 

Davanti al giovane albero da quella mattina c’è una targa, una bandiera metallica che riporta il nome e un’epigrafe: “Enzo Faenza. Difensore degli ultimi e degli emarginati, mai domo dinanzi alle ingiustizie e all’illegalità”.

Alla semplice ma commovente cerimonia, accompagnata dal suono di un violino e “riscaldata” dalle parole tratte dai racconti di Enzo, mirabilmente letti da Enzo Fauci, hanno partecipato i familiari insieme a tutti quelli che non hanno dimenticato il compagno scomparso prematuramente cinque anni fa. Oltre a Simona Otranto (“portavoce” di Invasioni Botaniche), hanno preso la parola – travolti dalla commozione – Rita Spinelli, l’amica di sempre Cecilia Francese e il compagno di squadra Amabile Guzzo, in prima fila con molti altri cestisti della mitica Polisportiva degli anni Settanta. Ha tenuto le fila della cerimonia Carmen Picciariello. 

Nella foto: Enzo Faenza, giovane cestista, con i compagni della Polisportiva Battipagliese

14 gennaio 2023 – © riproduzione riservata

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