L’albero di Carmine

[di Eliana Ferraioli]

Il 30 ottobre è stato un giorno speciale, uno di quei giorni belli che servono per onorare il ricordo di un nostro concittadino, Carmine Battipede, una persona perbene e dallo sguardo lungimirante, rivolto al futuro, che ha fatto molto per la città di Battipaglia, ma che, purtroppo, ci ha lasciati molto presto. 
Mercoledì scorso, infatti, a piazza Risorgimento, tra lo stupore e la commozione generale, la folla si è riunita per ammirare i risultati del restauro effettuato su “L’Albero del Domani”, murale realizzato negli anni Ottanta dall’artista Umberto Vota e voluto fortemente dallo stesso Battipede che, con l’ideazione della manifestazione “Festival Internazionale Teatro Ragazzi”, svoltosi proprio a piazza Risorgimento dal 1984 al 1988, da lui considerata una “sorta di anfiteatro naturale”, adatta, dunque, ad ogni tipo di spettacolo, inaugurò una straordinaria stagione culturale, dando voce e speranza, come nessun altro, ai sogni dei giovani battipagliesi dell’epoca.
Il restauro del murale (che rientra nel progetto SPES, ideato dall’associazione “a.DNA”) è avvenuto durante l’ultima settimana di ottobre, grazie al meticoloso lavoro degli abili restauratori dell’organizzazione internazionale “YoCoCu” (YOuth in COnservation of CUltural Heritage) e ha visto coinvolti anche gli studenti del Liceo Artistico di Eboli, i quali con grande entusiasmo hanno partecipato a laboratori di tipo pratico e tecnico sulla conservazione della street art.
Ma non finisce qui… il progetto SPES è stato ideato con l’intento di recuperare non solo “L’Albero del Domani”, dedicato allo stesso Battipede, con l’apposizione di una targa commemorativa, ma anche gli altri murales presenti sul territorio e nella stessa piazza Risorgimento, come quello dipinto sulla facciata di un altro edificio.
Il fine ultimo è quello di far rivivere, attraverso performances teatrali e visite guidate che hanno coinvolto gli studenti di alcuni istituti scolastici della nostra città (Fiorentino, Gatto e Besta-Gloriosi), la magia di quegli anni, durante i quali si offriva ai ragazzi un’opportunità di svago (attraverso la visione di spettacoli teatrali “pensati e disegnati per loro”), di socializzazione, di esprimersi, o forse, per meglio dire, una valida alternativa alle “cattive compagnie”, nelle quali era facile imbattersi, in anni così difficili. Non a caso, in realtà, “L’Albero del Domani” potrebbe essere definito anche l’Albero della Vita, con i frutti che caratterizzano la nostra fertile terra, almeno prima che questa non fosse avvelenata, ma che rappresentano anche le speranze di tanti ragazzi: tutti diversi tra loro, con talenti differenti e mille sogni nel cassetto, speranzosi di poterli realizzare. 
L’Albero dovrebbe essere un emblema per tutti noi e per questa città: un inno alla vita e alla speranza, un inno alla gioia, un albero variopinto che, con i suoi colori vivaci, ritornati in superficie, possa infondere la vita e dare luce ai nostri giorni più bui. Dandoci la forza per rialzarci ogni volta, dopo ogni rovinosa caduta, per combattere per le cose che ci sono più a cuore, per crescere e per diventare maturi come quei frutti succosi, nel pieno del proprio vigore, in un’esplosione di vita.

8 novembre 2019 – © Riproduzione riservata

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