L’agguato

[di Lucio Spampinato]

Il Consulente scendeva sempre allo stesso hotel: Continental, camera numero 4. Lo sapevano tutti. Gli piacevano gli alberghi senza sfarzo e questo faceva proprio al caso suo. Sulla Statale 18, con annessa una trattoria alla buona, sapida di odori sedimentati ormai da decenni nell’aria ferma che vi si respirava: era il genere di ambiente che lo faceva sentire a suo agio. L’intensità dei “casi”, il lavorio delle supposizioni, del montare e dello smontare le ipotesi criminose, le macchinazioni dei delinquenti, le strategie dei più furbi lo estenuavano. A volte, gli sembrava che il tempo fosse un continuo dormiveglia, fra un caffè e l’altro e le notti passavano troppo in fretta. Era la terza o quarta volta che veniva chiamato da queste parti, da supporto alle indagini, si diceva. Ma piuttosto doveva con le sue idee rinfocolare la fiacca in cui affondavano gli inquirenti di zona, in un contesto fatto di troppi compromessi, in cui il bianco del diritto e il nero del reato si miscelavano in un grigio indistinto, nel quale le pene apparivano esagerate anche quando scaturite da sentenze esemplari. 

L’indagine per la quale era stato chiamato era riferita alla repentina ascesa di un imprenditore locale che appena un anno prima, alla fine del 2019 era sull’orlo del fallimento. Uno dei tanti speculatori del periodo pandemico che aveva dato l’assalto alle risorse pubbliche, approfittando del fiume di denaro stanziato a sostegno dell’economia, in recessione a causa del Covid. Nell’ambiente veniva chiamato il Cannibale. Il Consulente aveva già tracciato alcune direttrici con elenchi di nominativi che avevano avuto accesso a prestiti con garanzia dello Stato, visure camerali per confrontare le date di costituzione e di inizio attività di diverse società, l’identità dei diversi esponenti. Sopra gli ammassi di carte, la differenza la fa la capacità di astrazione che, consentendo una visione d’insieme dei fatti, differenzia le persone intelligenti da quelle furbe. 

Arrivato in ufficio, fu fatto accomodare in un’ala del palazzo in cui non era mai stato. Non ebbe il tempo di domandare il perché che lo raggiunsero il vice questore aggiunto e il P.M. si sedettero e il poliziotto cominciò senza mezzi termini: «Dottore, una donna l’accusa di aver passato la notte con lei nella sua camera del Continental e di averle consegnato uno zaino con cinquantamila euro, come prezzo di corruttela, perché svii e insabbi le indagini dell’inchiesta che ci occupa. Lo zaino è stato ritrovato effettivamente nella camera n. 4 del Continental». Quell’impercettibile movimento delle labbra del Consulente nel sentire la parola Continental, un sorriso quasi interiore, non sfuggì all’occhio attento del P.M. «Non ha nulla da dire?» incalzò il vice questore aggiunto. Con estrema calma, il Consulente chiese se la donna fosse lì e se si potesse avere un confronto con lei. Voleva almeno conoscerla. La signora Gelsomina D’Antuono fu fatta entrare e si sedette proprio di fronte al Consulente. Con voluta teatralità, questi alzò la voce e disse: «Così lei ha passato la notte con me? E mi ha anche pagato?». «Sì, proprio così, ha già dimenticato? Siamo saliti in camera alle 21». «Mi sarebbe piaciuto, signora, ma io alloggio all’hotel Mary, perquesto giro». E, rivolto agli inquirenti: «Non solo possono testimoniare quanto affermo gli avventori della trattoria e il guardiano di notte dell’albergo, ma anche il barista del caffè Mary in cui mi sono trasferito dopo cena, salendo in camera verso le due del mattino. E, mi raccomando, fate controllare anche le celle agganciate dal mio cellulare in occasione di almeno tre telefonate, in modo da verificare la mia esatta posizione!». Il P.M. gongolava, mentre il funzionario di polizia aveva letteralmente schiacciato il suo Garibaldi nel posacenere e la signora Gelsomina, rossa di rabbia, aveva cominciato a mangiarsi le unghie. «Mi tolga una curiosità, dottore! Come mai ha cambiato hotel?» chiese il P.M. 

E il Consulente, sorridendo, rispose: «Il bar del Mary è dotato di un bellissimo biliardo e una rivendita di tabacchi; tutto questo mi aiuta a rilassarmi la sera, prima di riuscire a prender sonno».

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