La Verbena

[di Simona Otranto, erborista]

La Verbena, Verbena officinalis L., è una pianta infestante erbacea che cresce nelle zone temperate di tutta Italia. La droga è costituita dalle parti aeree della pianta. Non bisogna confonderla, come spesso succede, con la Verbena cosiddetta “odorosa”. Quest’ultima, infatti, è la Lippia citriodora, la Cedrina, o Limoncina o anche detta Erba Luigia, che viene utilizzata come sedativa, rilassante e carminativa, oltre che come aromatizzante. Ha essa infatti un caratteristico profumo e sapore di limone.
La Verbena era considerata una pianta sacra per i Romani, simbolo dell’inviolabilità degli ambasciatori Feziali. Era consacrata a Venere, dea dell’amore, della quale il nome latino Verbena sembra riproporre l’anagramma. 
Rientrava nelle tradizioni nuziali e le sue virtù afrodisiache venivano sfruttate per preparare filtri d’amore. Virgilio ne narra l’uso compiuto da una pastorella, insieme all’alloro e all’incenso, per togliere il senno al giovane amato e ricondurlo da lei.

PROPRIETÀ
Le preparazioni a base di Verbena vengono utilizzate, popolarmente, nelle malattie delle mucose orofaringee (come il mal di gola) e delle vie respiratorie (tosse, bronchiti croniche). Vanta, infatti, attività secretolitica e tossifuga ed è generalmente associata ad altre piante, in composizioni per il trattamento di catarri delle vie aeree superiori. La tradizione popolare ne sfrutta il sapore decisamente amaro per stimolare l’appetito e favorire la digestione attribuendole virtù diuretiche e depurative del fegato e della milza. Si utilizza per alleviare i sintomi legati alla menopausa, e come pianta galattagoga, ossia per stimolare la secrezione lattea nelle puerpere.  Inoltre si ritiene utile per eliminare i calcoli, abbassare la febbre, calmare i dolori reumatici. Attenzione, non tutti questi ulteriori usi tradizionali sono comprovati dalla scienza! 
È provato, invece, che l’uso di un infuso a base di Verbena, adoperato per gargarismi, purifica la bocca, tonifica le gengive e disinfiamma le tonsille. Un tempo le foglie fresche di Verbena venivano strofinate dai Celti direttamente sulle gengive infiammate per ridurre i sintomi di dolore e sanguinamento, un po’ come in Italia si faceva con le foglie di Salvia. Da questo uso tradizionale alcuni ricercatori (Grawish et al., 2016) hanno dimostrato che l’uso di un decotto di questa pianta come collutorio diminuisce la formazione di placca batterica ed è utile nel trattamento di gengiviti croniche generalizzate.
La tradizione ci suggerisce che i decotti di Verbena possono essere impiegati per detergere piaghe e ferite, mentre i cataplasmi mitigano i dolori nevralgici e quelli delle articolazioni. Si applicano sulle contusioni per ridurre il gonfiore e l’edema, favorendo la guarigione.

TISANA tosse bronchiale
– Eucalipto, 20g
– Timo serpillo, 20g
– Verbena officinalis, 15g
– Liquirizia, 15g
– Altea, 10g
– Anice, 10g
– Edera, 10g
Un cucchiaio per tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione 20 minuti, filtrare e bere due tazze al giorno. Dolcificare con miele.

8 novembre 2019 – © Riproduzione riservata

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