La ruta

[di Simona Otranto – Erborista]

“Ruta ruta ogni male stuta, nepeta nepeta ogni male secuta”.
(Ruta ruta ogni male spegne, nepeta nepeta ogni male allontana).
La ruta, Ruta graveolens L., è una pianta appartenente alla famiglia delle rutaceae di antichissima tradizione popolare. Considerata una panacea per tutti i mali, come l’antico detto di memoria cilentana riporta, cresce spontanea dal mare alla zona submontana di tutta l’Italia continentale, in particolare nei luoghi aridi e sassosi. Abbondantemente coltivata, presenta fiori gialli raggruppati in corimbo e caratteristico odore forte e pungente. La parte più attiva della pianta è la sommità, la parte superiore non lignificata recisa circa 20 cm sotto l’infiorescenza, che si raccoglie generalmente tra maggio e agosto prima della fioritura, si riunisce in mazzi, si appende e si lascia essiccare all’ombra in luogo ventilato. La sua fama è probabilmente dovuta all’impiego abortivo che ne veniva fatto un tempo. A piccole dosi è una pianta emmenagoga, favorisce le mestruazioni, ma a dosi elevate provoca contrazioni uterine tali da indurre aborto, gastroenterite e gravi infiammazioni dell’apparato genito-urinario a tal punto da poter risultare letale. La dose abortiva è infatti molto vicina a quella mortale. Qualsiasi utilizzo domestico è da scongiurare.
Dalla pianta è stato isolato un importante flavonoide, la rutina, che ha azione protettrice dei vasi capillari sanguigni, ne regola la permeabilità favorendo una migliore circolazione negli arti inferiori con riduzione di edemi, pruriti, arrossamenti, varici. Tra le piante ricche di rutina, oltre a quelle appartenenti alla famiglia delle rutaceae, ricordiamo gli asparagi, gli agrumi (buccia) e i frutti di bosco.
La ruta è soprattutto una pianta aromatica impiegata principalmente e in piccole dosi come aromatizzante in liquoreria. Conferisce ai distillati, oltre all’odore e al sapore, un particolare potere digestivo stimolando la secrezione gastrica. Presenta, inoltre, attività vermifuga. La maggior parte delle azioni farmacologiche citate sono primariamente legate alla presenza dell’olio essenziale costituito principalmente da sostanze chetoniche. Sono presenti nella pianta anche furanocumarine, responsabili di fenomeni di sensibilizzazione in caso di esposizione alla luce solare.
Da Ippocrate a Teofrasto la ruta era impiegata anche come farmaco antiepilettico e per rendere “più acuta la vista”, proprietà quest’ultima che venne riconosciuta più tardi anche dalla vicina Scuola Medica Salernitana: “Nobilis est ruta quae lumina reddit acuta”.
Per uso esterno la polpa si utilizzava per eliminare i porri, con pericolo di forti irritazioni. Per macerazione della pianta in un olio base si preparava un olio da massaggio antidolorifico. Una piccola curiosità per concludere: conservare ramoscelli di ruta negli ambienti a rischio scongiura la presenza di topi. Questi ultimi, infatti, non ne sopportano l’odore.

16 luglio 2022 – © riproduzione riservata

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