La ricerca delle radici | di Franco Poeta

Persone, nomi, cognomi, soprannomi, luoghi, fatti. Sono questi gli elementi che fanno una comunità. Battipaglia è stata troppo spesso indicata come una città senza storia. Come se la storia risiedesse nella sede di un Comune, nell’anno della nascita dell’istituzione.
Non è così. Non è così in termini sociologici, non è così in termini storici, non è così nei fatti.
Basta pensare alle cronache medievali così ben raccontate dallo storico Alessandro Di Muro, nel suo “Le 16+1 dominazioni” (Edizioni Ecra 2015), o agli studi del prof. Antonio Cestaro sulla nascita della Colonia agricola di Battipaglia nell’800 (Edizioni Osanna).
Proprio da tutto ciò nasce questo progetto comune tra Nero su Bianco e la Cassa Rurale di Battipaglia: cercare di coinvolgere le famiglie che abitavano questi borghi già nel 1800 a dare un’identità ben definita a questa comunità. Far riappropriare questa città delle sue radici: gli uomini, le donne, le famiglie, che hanno poi dato vita a questa Battipaglia.
E quale poteva essere il punto di partenza se non le “comprese”, quel nucleo di edifici che vanno dall’attuale piazza della Repubblica fino al Santuario. Quella realizzazione voluta dai Borboni a metà del 1800 così ben studiata dal professor Antonio Cestaro.
Quelle case dovevano andare ai terremotati di Melfi, ma alla fine andarono in gran parte alla gente di questa terra. Il professor Antonio Cestaro (vedi articolo a pagina 10, nde) nelle sue ricerche ha quasi completamente ricavato i nomi di quelle famiglie assegnatarie di quelle abitazioni. Poi sono successe tante cose: tra le più terribili i bombardamenti del 1943 che rasero quasi completamente al suolo Battipaglia. Ci fu la ricostruzione. Quasi tutte le “comprese” furono ricostruite. Molte cambiarono proprietà. Abbiamo provato a ricollegare persone, famiglie e luoghi. Il lavoro è stato affascinante perché ci ha permesso di “leggere” una linea di continuità nella nostra comunità. E allora ci siamo detti: perché non coinvolgere l’intera città in questo progetto? Tentare di riempire tutte le “caselle” bianche o correggere qualcosa di sbagliato in questa “ricostruzione storica”. Nelle pagine 8 e 9 si trovano le piante delle “comprese” nel 1861 e nel 1850. Ad ogni numero corrisponde un’abitazione. Sotto ognuna delle piantine ci sono i nomi di coloro che le abitavano. Ma come potrete vedere ci sono ancora delle caselle bianche da riempire con l’aiuto di tutti.
La storia delle persone e dei loro luoghi ci aiuterà a rafforzare la nostra identità e il nostro senso di comunità. Convinti che da tutto ciò ne trarrà vantaggio l’intera città capace così di identificarsi come comunità.

28 dicembre 2015 – © Riproduzione riservata
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