La paura del caldo

La paura del caldo, detta termofobia, colpisce molte persone. Il caldo comporta dei disagi oggettivi, come l’aumento della sudorazione, l’abbassamento della pressione sanguigna, in taluni casi l’aumento della frequenza cardiaca, la sensazione di soffocamento, il senso di nausea, la difficoltà di digestione, il senso di stanchezza generale e di affaticamento. Oltre ai disagi legati ai cambiamenti che avvengono nel nostro corpo il caldo comporta anche dei condizionamenti, come l’evitare di uscire nelle ore centrali della giornata, o evitare di mangiare alcune pietanze, o ancora tenere le tapparelle abbassate per non far entrare il caldo ed evitare la presenza delle fastidiose zanzare. Possiamo dire che il caldo porta con sé delle condizioni per alcuni versi spiacevoli, ma se gestite nel giusto modo non provocano alcun tipo di preoccupazione o addirittura paura.

Se però nonostante tutti gli accorgimenti del caso il caldo diventa  fonte di paura ci troviamo di fronte ad un disagio molto più grande. Sicuramente parliamo di una paura irrazionale, sproporzionata rispetto alla realtà, che se diventa condizionante per la nostra vita e soprattutto se va ad incidere sulla nostra serenità mentale siamo di fronte ad una vera e propria fobia. La fobia del caldo porta la persona che ne è affetta a sviluppare ansia al solo pensiero che faccia caldo, innescando una serie di altri pensieri negativi che non fanno altro che peggiorare la condizione psicologica del soggetto. L’ansia che viene prodotta porta ad una maggiore sensibilità al caldo, incrementandone la percezione, come se la temperatura aumentasse di colpo. Chiaramente tutto ciò determina uno stato di sofferenza intollerabile con la possibilità di sviluppare atteggiamenti aggressivi nei confronti di se stessi e degli altri, o uno stato di apatia totale.

Il primo passo per evitare di giungere a questa situazione è ricondurre la paura del caldo ad una dimensione razionale. Innanzitutto bisogna capire se al caldo, o in maniera più estesa alla stagione estiva, ci sono ricordi legati ad eventi particolarmente spiacevoli, tali quindi da essere riattivati al solo pensiero del caldo; nel qual  caso è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Oppure bisogna capire se l’insofferenza al caldo è legata ad una condizione già di disagio psicologico che nulla ha a che vedere con questo: anche in questo caso potrebbe essere risolutivo rivolgersi ad uno specialista. Se la paura è legata alle effettive condizioni di cui sopra, in tal caso è necessario assumere degli atteggiamenti preventivi di tipo pratico, come vestirsi leggeri, evitare cibi grassi, bere sostanziose quantità di liquidi e, una volta assunti tali comportamenti, è necessario tenere un atteggiamento positivo nei confronti del caldo. Il caldo infatti può essere sinonimo di maggiore libertà, di desiderio di scoprire nuove sensazioni, di viaggiare e così via.

19 giugno 2015 – © Riproduzione riservata
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