La legge del contrappalto
[di Ernesto Giacomino]
Continua, a Battipaglia, l’ultraottantennale mostra “Un rappezzo per te”, che racchiude tutti gli interventi – presenti e passati – di una nutrita schiera di imprenditori asfaltisti sulle strade urbane della città.
Per chi non lo sapesse si tratta di un patchwork di bozze, fossi, avvallamenti e arraffazzonamenti di materiali diversi (dal bitume al terriccio, passando per pietrisco e sputazze) che da decenni si estende lungo tutto il territorio cittadino, dal cimitero all’ospedale, non disdegnando vicoli, rioni e periferie. Anzi, di più: grazie a una postilla sul regolamento, s’è riusciti a pieno titolo a includere nell’esposizione anche le due provinciali per il mare, Spineta e Aversana, per quanto strade extraurbane. In realtà tenerle fuori sarebbe stato un paradosso, perché da sempre sono un po’ il nostro fiore all’occhiello anche su altri fronti: degrado, sporcizia, assenza d’illuminazione.
L’avvenimento come tanti, ha un fine nobile: alla sua ultimazione, difatti (si stima intorno al 2098, fatte salve le occasionali “passate di catrame” in concomitanza con le elezioni), l’opera completa sarà donata al Pio Istituto Meccanici Consacrati e Fortunati, che la esporrà in maniera itinerante in ogni parte del mondo quale ringraziamento agli automobilisti battipagliesi per tutto il denaro investito in ammortizzatori, braccetti e coppe dell’olio.
L’ultimo contributo all’iniziativa, in ordine di tempo, pare sia stato dato giusto qualche settimana fa, con il rifacimento del manto stradale di viale della Libertà dopo alcuni lavori di riqualificazione delle condotte. Occorre ammettere che, almeno all’inizio, la cosa aveva suscitato non poco scetticismo: l’asfalto risultava uniforme, omogeneo, ben livellato. Un risultato, insomma, notevolmente al di sotto delle aspettative, che difficilmente avrebbe potuto incrementare il lustro della nostra già prestigiosa manifestazione. Ma chi operava, in realtà, sapeva il fatto suo, e alla lunga – per la gioia di tutti – quello che sembrava un fallimento potrebbe rilevarsi il più inaspettato dei successi: dopo il necessario periodo di assestamento, infatti, pare che qualche tratto d’asfalto abbia finalmente cominciato a cedere nel mezzo, iniziando a creare in alcuni punti quel piacevole ed inequivocabile effetto “cozza rovesciata” che tanto caratterizza la viabilità della nostra città.
Soddisfattissimi anche questa volta, quindi. Certo, c’è chi lamenta che si potrebbe fare di più, come ad esempio coinvolgere nell’evento anche altre strade che vengono puntualmente ignorate. La variante SS 18, ad esempio, così bella lunga e larga, potrebbe darci soddisfazioni non indifferenti. Eppure no: lì sembrerebbe che – per quei giochetti politici sempre poco chiari – non ci si possa mettere bocca senza l’intervento dell’Anas, e quindi via qualunque arbitrio del potere nostrano. Col risultato che, ahinoi, in quelle zone l’asfalto tiene: lo si fa una volta, dura per sempre. Nemmeno il sottilissimo piacere di una crepa, una sbavatura, uno scolorimento a macchie.
Nossignori, allora: le strade sono utili, e ciclicamente vanno rifatte. E che civiltà vuoi che sia, quella che si perde sui capitolati di spesa.