In dieci minuti | di Maria Sansone

La settima ora del mercoledì finisce alle 14,45 e il treno mi parte alle 15,01. Siamo in tanti ad uscire da scuola alle 14,45: la fila delle macchine è un lungo serpente immobile, i marciapiedi brulicano di ragazzi che si attardano per dirsi le ultime, importantissime cose, prima di salire sul pullman che li riporterà a casa. Ho provato ad arrivare a piedi alla stazione, ma è un tragitto troppo lungo, non riesco a percorrerlo in un quarto d’ora. A volte qualche collega mi ha dato un passaggio in macchina, ma sono arrivata ancora più tardi, perché il traffico a quell’ora è tremendo! 

Ragionavo ad alta voce, un mercoledì mattina, su come avrei dovuto fare per arrivare in tempo alla stazione quando Luigi, che sembra sempre non ascoltare mai niente, mi ha detto, come se fosse la cosa più semplice del mondo: “Ma vi accompagniamo noi”. 
“Voi? E come?”. 
“Come, prof, coi mezzi, li teniamo tutti nella discesa vicino ai laboratori. Ci vediamo là appena suona e vediamo chi vi accompagna”. 
È andata così, quel mercoledì e i successivi. Io arrivo trafelata nei sotterranei e loro decidono chi mi deve accompagnare. Mi accompagna chi ha il secondo casco, loro sono precisi su questo. Io salgo sul motorino, mi faccio largo tra le auto e arrivo alla stazione in tempo per partire. Qualche collega dalla macchina mi sorride, deve essere una scena divertente. I ragazzi invece non danno peso al fatto, per loro è tutto naturale. Mi scrivono pure, dopo, per sapere se ce l’ho fatta in tempo. E ce l’ho sempre fatta in tempo, da quando mi accompagnano loro. 
È strano a dirsi, ma questi dieci minuti di motorino, dietro un ragazzo che potrebbe essere figlio mio, che fa lo slalom tra le macchine, che bussa agli amici sugli altri motorini, mi rimettono al mondo. Dopo una giornata di lavoro, mi danno quella freschezza e quella leggerezza che nella routine delle mie giornate ho perso. 

Una volta tanto, mi faccio portare. E, mentre mi portano, penso che non capiranno mai quanta vita mi stiano restituendo e quanto gliene sia grata, per quei dieci minuti di motorino e per ogni passo della nostra strada insieme.

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