Immobili

[di Francesco Bonito]


Immobili, senza mobilità, sono rimasti più di cinquecento lavoratori di aziende piccole e medie della nostra zona industriale, nonostante le propagandate tutele riservate alle aree di crisi industriale complesse, nelle quali Battipaglia rientra. Perdere il lavoro, rimanere senza alcun reddito, è una condizione drammatica che ormai riguarda centinaia di famiglie battipagliesi. Il problema è complesso, la soluzione non può essere semplice, ma non si intravede un’azione sufficientemente incisiva da parte del governo regionale.
Immobili, fermi, appaiono a volte i protagonisti della vita politica e amministrativa battipagliese. Tutto accadrà o è sul punto di accadere; ma poco accade. Problemi annosi come la pulizia e il decoro urbano, l’insalubrità ambientale, la viabilità e la manutenzione delle strade, l’assenza di un servizio di videosorveglianza capace di scoraggiare atti illeciti e delinquenziali, la riscossione effettiva di tasse e tributi, e altro: tutti problemi inseriti nell’agenda del governo Francese, alcuni approcciati, nessuno risolto.
Gli immobili, i beni, restano i veri protagonisti delle vicende di casa nostra. Come più volte scritto, a Battipaglia tutto ruota intorno al cemento. Vuoti i capannoni delle industrie chiuse o fallite, incompleti molti edifici bloccati da irregolarità vere o presunte, abbandonati quelli del patrimonio comunale che non trovano acquirenti, sfigurati da restauri “pittoreschi” quelli che testimoniano il passato di Battipaglia, al centro di interminabili dispute giuridico-amministrative quelli in zona Asi: non si può scrivere una pagina di cronaca locale senza imbattersi in un immobile, passato, presente o futuro.
Immobili, irremovibili, nella loro ottusa maleducazione, i numerosi cittadini (ma non meriterebbero tale nobile definizione) che continuano a contravvenire alle più elementari regole di convivenza civica. Trasgredire è il loro imperativo morale: che si tratti di conferire correttamente i rifiuti, di rispettare il codice della strada o di qualsiasi altra regola; la loro condotta è improntata a una ferina condizione presociale. Persuadere, dissuadere e, se non basta, sanzionare. Non si vede altra possibilità di sconfiggere il deprecabile fenomeno. Occorre intervenire presto e con decisione: in sintesi, darsi una mossa.

18 maggio 2018 – © riproduzione riservata
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