Il varco? Cancellato!
[di Ernesto Giacomino]
A pensar male si fa peccato, su questo non ci piove. E non sono certo io il più adatto a poterci aggiungere la chiosa “ma spesso si indovina”: e però giusto due forchettate di riflessioni, chissà, le si possono pure fare. Perché la certezza è che da qualunque angolazione li si guardi, i fatti restano fatti. Poi, per le supposizioni, ognuno ci mette quello che vuole.
L’argomento, allora: il parcheggio pubblico (e gratuito) alle spalle dell’ospedale di Battipaglia, di fronte a un noto ipermercato cittadino. Era un “must” del visitatore ospedaliero che non volesse farsi disossare le tasche dalla famosa ed esosa tariffa del parcheggio autorizzato all’interno: a oggi, “miseri” un euro e ottanta, e che sarà mai, specie se sei lì per una toccata e fuga per portare un attimo l’acqua o una vestaglia di ricambio alla nonna degente. Un po’ di toccate e fughe seriali, insomma, e, manco te ne accorgi, ti sei giocato lo stipendio di giorni.
Su quel lato, voglio dire, sul lato del parcheggio libero, sempre di fronte al famoso ipermercato, fino a poco tempo fa c’era un accesso pedonale all’ospedale. Pedonale, ripeto: l’eventuale transito di autoveicoli era precluso da una sbarra abbassata. E la presenza di quel varco era più che strategica per chi all’ospedale non dovesse recarsi per niente, giacché tra le tante sue funzioni c’era quella di dare un accesso immediato alla palazzina ASL per disbrigo di prenotazioni, pratiche varie e pagamenti di ticket. In ciò, considerando che lo stesso ingresso principale dell’ospedale (quello adiacente lo svincolo autostradale) è sempre perfettamente aperto al traffico pedonale, ventiquattr’ore su ventiquattro, non si può nemmeno ipotizzare che quel varco secondario potesse portare problemi di sicurezza per intrusioni indesiderate.
E invece, guarda caso, non so da quanto ma è stato chiuso. Sigillato, sbarrato da un cancello raffazzonato e macilento (vedi foto), tirato su con pochi spiccioli e d’un gusto estetico discutibile, come per una smania di chiudere al più presto quel buco scomodo, e al diavolo la qualità. Chi l’avrà mai autorizzata, cotanta opera d’arte? Oppure, peggio ancora: sarà mai stata formalmente, ufficialmente autorizzata?
Comunque sia andata, il dato di fatto è che sul quel lato, da un po’, è precluso qualunque accesso pedonale, in ginocchio, in monopattino, in rollerblade. Quindi chi vuol lasciare l’auto nel parcheggio gratuito, poi, per accedere al nosocomio, deve percorrere centinaia di metri a piedi per entrare comunque dall’unico accesso rimasto abilitato. Ovvero quello che, se c’entri con la macchina, ti tende la manina per ricevere il dovuto obolo per parcheggiare: spesso, per ironia della sorte e mancanza di spazi, proprio a pochi metri da quel varco secondario ormai chiuso.
A pensar male si fa peccato, sissignori. Specie se pensi che no, magari hai in macchina un disabile, una donna incinta, un anziano con difficoltà a deambulare, e allora che sarà mai, sarà pure gratuito ma non possiamo parcheggiare così lontano, diamoci il pizzico sulla pancia e paghiamo il dovuto per entrare e stare comodi. Pizzichi su pizzichi, no? Di qua i lividi e di là il profitto: e in mezzo, per divisorio, un cancello brutto sbucato dal nulla.